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Un cavallo «buono» per il grande slam manca da 40 anni

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Nel 1911 - anno dell'inaugurazione del nuovo ippodromo romano a Ponte Milvio - a Federico Tesio riuscì il difficile slam di aggiudicarsi - con lo stesso maschio di 3 anni, Guido Reni - il Premio Parioli ed il Derby. Per la verità quel doppio successo l'aveva già azzeccato il principe Doria Pamphili nel 1908 con Demetrio, ma il futuro senatore del Regno l'accoppiata sulle due diverse distanze - 1600 m l'impegno «miler» e 2400 il Nastro Azzurro - la centrò almeno altre tre volte con Nearco nel '38, Niccolò dell'Arca nel '41 e Botticelli nel '54, al termine di una carriera leggendaria ed una vita fascinosa. «All'epoca nel Parioli si cercava infatti di capire se il cavallo avrebbe poi fatto la distanza del Derby» ricorda Marcello Andreucci, classe 1931, che nel '55 lo vinse in sella a Vasco de Gama della Razza del Soldo e nel '74 con Mannesfeld della Dormello-Olgiata (la scuderia creata da Tesio con Incisa della Rocchetta) ma procurandosi un danno cronico alle corde vocali proprio nella caduta in un'edizione di questa classica sul miglio. «Oggi invece aggiudicarsi il Parioli è un grosso traguardo, ma fine a se stesso» dice Fabio Brogi, 44 anni, che con il padre Lorenzo (sei Parioli conquistati da trainer, l'ultimo nel 2004 con Spirit of Desert) allena i purosangue de La Nuova Sbarra, il maxi Allevamento degli immobiliaristi romani Scarpellini. «Grosso è dir poco, basta vincere una volta questa corsa per essere qualcuno» sorride Maurizio Pasquale, il trentunenne jockey di Ciampino che montò Spirit of Desert (e Giovane Imperatore nel 2001) agli ordini di Lorenzo e domani interpreterà Margine Rosso per il fratello, Roberto Brogi, 65 anni e allenatore vincente nel 2003 con Le Vie dei Colori, l'ultimo grande miler capitolino (nel 2000 ci fu Davide Umbro della Colle Papa di Masini) allevato e scuderizzato da Archi Romani, il team degli Agostini. «La tecnica degli incroci si sta indirizzando verso la creazione di cavalli per la media distanza come il Parioli o la lunga come il Derby; infatti l'ultimo purosangue a centrare entrambi fu Bonconte di Montefeltro quasi quarant'anni fa, nel '69» spiega Loreto Luciani, che a Velletri possiede un primario centro di allevamento, così come a Rieti lo ha Giuseppe Rosati Colarieti, più possibilista: «L'entusiasmo di aver vinto il miglio del Parioli e la freschezza atletica del cavallo ancora in maturazione, almeno una volta consentono di affrontare con fiducia i 2400 m del Derby, come Ramonti nel 2005, secondo dopo aver perso un ferro». E.Ton.

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