Dimenticare il secondo tempo di Palermo
Devono sparire dalla mente quelle immagini devastanti, è giusto che tornino le motivazioni positive, senza mettersi sulle spalle la sgradevole sensazione che il momento magico possa essere inesorabilmente passato e che il quarto posto rappresenti ormai più un'illusione che un obiettivo a portata di mano. Oggi all'Olimpico deve riprendere, di fronte alla Sampdoria, quel discorso che a Palermo non si era interrotto, ma aveva registrato qualche sgradevole balbettio, quel discorso che proprio a Marassi, nella partita di andata giocata a una settimana dal Natale, era stato avviato. Da quella partita, che la Roma aveva pareggiato dopo avere abbondantemente meritato di vincerla, era iniziata una straordinaria rimonta, che avrebbe consentito ai giallorossi di recuperare undici punti alla Fiorentina quarta in classifica, ma anche di collezionare il record di vittorie consecutive. Diciotto turni nei quali nessuno ha fatto meglio della Roma: non la Juventus dominatrice del torneo, non il Milan ambizioso, tanto meno la sciagurata Inter, per non parlare della Fiorentina. Comunque sorprendente, la squadra di Prandelli, per quanto è riuscita a produrre in relazione a un organico che vuole indispensabili ritocchi per essere competitivo ai più alti livelli; e che aveva chiuso la stagione precedente acciuffando la salvezza con un mezzo miracolo. Per questo suo ritorno all' Olimpico, la Roma non avrebbe potuto trovare avversario più scomodo della Sampdoria, che ha collezionato un solo punto nelle ultime nove partite ma vale molto di più di quanto non reciti la sua modesta classifica che parla tuttora di zona salvezza. Novellino sta incontrando difficoltà che non aveva mai conosciuto in una carriera costellata di grandissimi risultati e non soltanto le molte promozioni. Vero è che i liguri hanno perduto attaccanti come Bonazzoli, Bazzani e lo stesso Colombo, ma è forte la sensazione che la crisi sia più psicologica che tecnica, un po' come era accaduto nella scorsa stagione alla Roma, con la lunga striscia di sconfitte e lo spettro della Serie B scacciato soltanto all'ultimo tuffo con il gol di Cassano a Bergamo. E poi la Samp ha rappresentato spesso tappe importanti nella storia romanista: a cominciare dalla prima apparizione in Serie A dei blucerchiati, strabattuti in casa romanista nonostante una campagna acquisti di lusso. Oggi la Samp gioca con la forza della disperazione e la Roma deve ritrovare le convinzioni e il carattere che le hanno consentito quest'affascinante rincorsa: purtroppo non ancora perfezionata però ancora possibile, nonostante il pur gradevole impaccio di doversi giocare due finali di Coppa Italia nel momento più delicato della stagione. A un solo passo dal traguardo che prometterebbe un più ambizioso futuro, la società obbligata al massimo dell'impegno perché l'auspicato ritorno all'Europa che conta non sia episodico.