Bisogna tornare al campionato a sedici squadre

Io li capisco perché l'interesse generale sarebbe quello che questo campionato potesse ancora offrire dei motivi di interesse e di curiosità che fino ad oggi sono purtroppo mancati. Io penso, pur sapendo di poter essere smentito oggi stesso, che la Juventus questo scudetto non possa perderlo ma non mi preoccupo per una vicenda che difficilmente potrà riscattarsi, bensì per il futuro di uno spettacolo che temo stia perdendo i presupposti che negli anni lo hanno fatto diventare il passatempo favorito dagli italiani. Leggevo in questi giorni come quasi tutti gli addetti ai lavori si stiano rendendo conto che un campionato a 20 squadre non sia nell'interesse del nostro calcio. Penso che in un eventuale sondaggio voterebbero a favore della formula attuale solo quelle squadre (ed i loro tifosi) che temono che una logica ed opportuna riduzione possa escluderli. Il problema non è solo quello della eccessiva lunghezza del torneo che porta le nostre squadre di vertice stanche alla fase finale della Champions e nel caso particolare di questa stagione la nostra nazionale alla Coppa del Mondo con giocatori molto provati. Il vero problema è che un campionato a 20 squadre è inevitabilmente meno equilibrato e meno interessante di un campionato con 18 oppure con 16 squadre laddove il numero più piccolo rappresenta a mio parere l'ideale. È inutile che io rifaccia la storia di come e perché siamo arrivati alle 20 squadre. Le colpe se le dividono la Federazione, la Lega e lo stesso Coni, che nel nome dell'autonomia delle varie discipline ha consentito che questo scempio avvenisse. Ovviamente le responsabilità maggiori sono della Lega alla quale dovrebbe stare a cuore la bontà del prodotto ma che essendo controllata dei club più forti ha tutto l'interesse a mantenere l'attuale situazione. So perfettamente che altri tre campionati importanti, come quelli di Spagna, Inghilterra e Francia si giocano con venti squadre ma francesi ed inglesi iniziano prima di Ferragosto, gli spagnoli non si fermano. Noi vogliamo fare le vacanze di Natale ed anzi vogliamo addirittura ampliare la sosta. Ovviamente non c'è solo il problema della formula, anzi il più importante è quello dell'equilibrio che ormai è scomparso al punto che la nostra serie A è ormai spaccata ma non nelle stesse proporzioni in cui lo è, politicamente, il nostro paese bensì con un gruppo di club (da tre a cinque) che vivono in condizioni e con possibilità completamente diverse dagli altri. Se si leggono le anticipazioni del calcio-mercato sembra che le squadre di vertice abbiano l'impellente necessità di rinforzarsi per cui l'ipotesi più probabile è che il prossimo campionato sia ancora meno equilibrato di quello che ci stiamo lasciando alle spalle. Ormai non spero più che prevalga il buon senso e che le risorse televisive siano divise, come sarebbe giusto ed opportuno, in parti uguali. In questo modo è inevitabili che le squadre che sono già le più forti lo diventino ancora di più e che la famosa forbice che divide in due tronconi la serie A assuma proporzioni sempre più scoraggianti. Solo un miracolo del Milan a Barcellona, uno della Lazio oggi a Torino e magari un'impresa della squadra azzurra ai mondiali di Germania potrebbero farci dimenticare i problemi nei quali ci siano cacciati e francamente non so nemmeno che cosa augurarmi od augurare al nostro calcio.