di PAOLO DANI VARESE — «Milan e Barcellona sono forse la migliore espressione del calcio oggi in Europa.

Anche come promoter di eventi l'allenatore del Milan, Carlo Ancelotti, non se la caverebbe male. Ma la supersfida delle semifinali di Champions League, che vedrà stasera a San Siro lo svolgimento del primo atto di quella che per molti è una vera e propria finale anticipata, non ha davvero bisogno di ulteriore pubblicità. Venduti 76.858 biglietti per un incasso di 3.260.405,00 euro: tutto esaurito e record d'incasso. Tutti i riflettori sono già pronti per il confronto in campo tra Shevchenko e Ronaldinho, e in panchina tra due dei tanti scolari di successo che hanno frequentato la scuola di Arrigo Sacchi, Ancelotti e Rijkaard. «La chiave sarà vedere chi riuscirà ad imporre il proprio gioco», ha spiegato il tecnico rossonero nella conferenza stampa della vigilia a Milanello, nel centro sportivo assediato dai tifosi. «Queste sono due squadre abituate a prevalere sulle avversarie, anche come atteggiamento in campo. Chi ce la farà nel doppio confronto si sarà guadagnato l'accesso alla finale di Parigi». Anche perché, ribadisce Ancelotti, «oggi non si deciderà nulla. Tutto verrà stabilito a Barcellona». Tranquillo e sicuro dei suoi, il tecnico milanista vede la sua squadra a posto per l'impegno che vale la stagione. «Ce la giocheremo al meglio delle nostre possibilità - ha detto Ancelotti. Questo Milan è in ottima condizione di forma». Tranne Pippo Inzaghi, che non ci sarà perché fermato da una tonsillite. Ma Ancelotti rimane fiducioso, perchè «la squadra ha recuperato perfettamente dal derby di venerdì pomeriggio, e non ha problemi». Rispetto alle due precedenti semifinali, anzi, per il tecnico rossonero la squadra è messa meglio, in quanto «contro l'Inter c'erano tensioni e preoccupazioni incredibili, mentre contro il PSV lo scorso anno la forma del Milan non era affatto brillante». Per evitare che i toni diventino troppo ottimistici, e anche in risposta alla pretattica del collega Rijkaard, Ancelotti ha messo un freno all'idea di un Milan favorito perchè più esperto dei blaugrana. «È vero, per noi è la terza semifinale di Champions in quattro anni: a differenza del Barcellona abbiamo ormai confidenza con queste partite e sappiamo come prepararle ed interpretarle», ha ammesso l'allenatore del Milan, che ha però aggiunto: «Non credo che ciò influirà sul risultato finale». E allora a decidere la sfida, oltre al già citato atteggiamento in campo, saranno i singoli. Tra tutti, gli osservati speciali in casa rossonera saranno, per diverse ragioni, Dida, Gilardino e Kakà. Il portiere brasiliano, dopo le incerte prestazioni degli ultimi tempi, è stato da più parti criticato. «Spero che Dida non debba mai parare - ha tagliato corto Ancelotti -. Ma nel caso sono sicuro che darà il meglio di sè». Altro discorso per Gilardino, catapultato nel big match di domani dall'infiammazione alle tonsille di Inzaghi. «Non ha segnato neanche nel derby - ha attaccato il tecnico milanista -, ma ha comunque partecipato alla manovra rendendosi utile». Infine Kakà, che secondo Ancelotti «incontrerà contro il Barcellona le stesse difficoltà che ha affrontato contro il Lione, perchè gli spagnoli giocano molto compatti e non lasciano molto spazio di manovra. Dovrà essere lui bravo a muoversi e a trovare gli spiragli giusti». Arrivato il momento della fatidica domanda sull' interessamento del Real Madrid nei suoi confronti, Ancelotti scopre che il suo bomber, Shevchenko, è un campione anche nell'anticipo difensivo. «Rispondo io», è intervenuto l'ucraino, togliendo di fatto la parola al suo allenatore. «Carlo è bravo e per questo fa parlare anche in relazione ad altre squadre, ma ha firmato per il Milan e quindi rimarrà qui».