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di TIZIANO CARMELLINI ROMA in finale! Per la tredicesima volta ...

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Un gol di Tommasi alla mezz'ora spalanca a Spalletti & Co. la strada per il doppio confronto finale, quello che assegna un trofeo fin troppo snobbato dalle grandi del calcio ma che, arrivato a questo punto, tutti vogliono vincere. Si deciderà tutto in due gare. Il tre maggio all'Olimpico e l'undici a San Siro. Per la Roma una storia già vista, con un finale drammatico contro l'ex laziale Mancini. Ma stavolta è tutta un'altra storia e tutta un'altra Roma. Il Palermo torna a casa piegato, ma tra tre giorni in campionato darà l'anima per vendicare questa eliminazione che scotta soprattutto a Papadopulo: uno che la Roma non l'ha mai digerita. Dieci minuti di nulla, poi i giallorossi scelti da Spalletti (c'è tanto turn-over) entrano in campo. Come sempre la Roma, produce un'ottima mole di gioco, ma viene meno negli ultimi metri. Ci prova prima De Rossi da fuori (11'), poi Mancini (18') ben lanciato in area non riesce a trovare la coordinazione, quindi Kharja al quale Chivu mette sui piedi un buon pallone, non trova la porta col destro svirgolato. Il Palermo è lì dietro che copre e cerca di ripartire in velocità sui rovesciamenti di fronte aspettando l'errore della difesa giallorossa che sale per tenere alto il fuorigioco. Ci pensa un Kuffour a tratti inguardabile a mettere su un piatto d'argento il vantaggio a Caracciolo che però grazia la Roma. Il ghanese perde palla a centrocampo e lancia l'attaccante rosanero da solo verso Doni. Il brasiliano abbozza l'uscita e Caracciolo invece di battere a rete azzarda un improbabile pallonetto che l'estremo difesore giallorosso riesce a toccare. La palla resta lì e sulla ribattuta, ancora di Caracciolo, Panucci salva sulla linea. La Roma accusa il colpo e gioca per diversi minuti contratta. Poi arriva il momento di Tommasi scelto al posto di Rosi (ammonito e diffidato salterà la prima finale) sulla fascia destra del campo. Il centrocampista giallorosso prima arriva scoordinato su un bel pallone messo nel mezzo da Taddei (22'). Poi, poi sei minuti più tardi, tocca la palla di mano in area: per Racalbuto va bene così. Quindi al 30', ancora lui, porta in vantaggio la Roma. Gran cross dalla sinistra di Bovo, Terlizzi salta in area senza toccare la sfera sulla quale sopraggiunge il giallorosso in netto anticipo su Grosso. L'incornata non lascia scampo al povero Agliardi: fa uno a zero e palla al centro. Il Palermo accusa e la Roma potrebbe dilagare. Racalbuto continua a sbagliare e proprio allo scadere della prima frazione di gioco blocca Kharja per un fallo inesistente su Barone con mancini lanciato a rete: Spalletti è imbufalito. Nella ripresa è il Palermo che deve fare la gara, Papadopulo mette dentro Codrea e Makinwa e i rosanero vanno meglio. La Roma fatica: complice anche l'inevitabile calo fisico. Ma la retroguardia tiene. Spalletti capisce che è il momento di cambiare, toglie Dacourt (ammonito, quindi squalificato salterà la finale d'andata) e mette Perrotta. Poi dentro Rosi per un Taddei che s'è andato spegnendo nel corso della gara. Kharja si sposta sulla mediana e Perrotta torna in quello che ultimamente è diventato il suo posto abituale. Nonostante il Palermo sia cresciuto è ancora la Roma a far vedere le cose migliori. Proprio sulle ripartenze in velocità i giallorossi mettono più volte gli ospiti in difficoltà e non arriva il raddoppio solo per l'evidente mancanza di un attaccante vero lì davanti. A Mancini mancano gli ultimi metri e Perrotta (35') sbaglia in area avversaria un gol praticamente già fatto. Poi l'ovvio quanto infruttuoso arrembaggio finale del Palermo. La Roma stringe i denti, Mexes va dentro per bloccare tutto quello che arriva dal cielo e sale il coro dell'Olimpico che esplode nell'ormai noto «po po po po po po pooooo po» quando Doni si avventa sull'ultimo pallone sparato in porta alla meno peggio da Godeas. Palermo a casa, Roma in finale. E adesso l'Inter.

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