COPPA ITALIA: SEMIFINALE DI RITORNO
Roberto Mancini ne aveva già parlato nell'ottobre scorso, aveva spiegato che, dopo l'Inter, avrebbe volentieri fatto un'esperienza in un campionato diverso dalla serie A e l'aggressione subita dai suoi giocatori sabato notte lo ha convinto ancor più su dove sarà il suo futuro. Oggi, lasciare l'Italia per andare all'estero «è una certezza» perchè dopo ventisette anni passati in serie A il giudizio del tecnico nerazzurro è netto: «Ora è molto peggiorato». E il motivo è semplice: «In Italia non succede più che si veda una partita e, se si perde, si va a casa delusi e basta». Può accadere anche che si vinca una partita e si venga accolti all'aeroporto da un gruppo di teppisti che contestano violentemente la squadra, arrivando anche all'aggressione fisica. «Non ne voglio neanche parlare - prova a tagliare corto Mancini - voglio parlare solo di calcio, non di queste cose. Anche se c'è qualcuno che le ha fatte diventare calcio. Il nostro calcio è peggiorato notevolmente, anche se queste cose sono sempre successe». L'aggressione di sabato sera, però, rappresenta senz'altro uno di quegli episodi inaspettati che danno l'idea di come sia difficile allenare sopratutto sulla panchina dell'Inter. Mancini spiega che «i giocatori qualcosa hanno subito» e si augura che domani sera a Udine, nella semifinale di ritorno della coppa Italia, «riescano a lasciare da parte quanto successo e pensare solo alla partita. Ma - aggiunge - ognuno ha la sua testa e pensa con quella». Intanto ieri, dopo quasi due ore di interrogatorio davanti al sostituto procuratore di Busto Arsizio, Massimo Baraldo, un ultrà nerazzurro è stato con l'accusa di aver colpito il centrocampista dell'Inter, Cristiano Zanetti, nella «famosa» aggressione. Il tifoso è un giovane bergamasco. È accusato di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e lancio di un petardo. Non dovrebbero esserci problemi comunque per Cristiano Zanetti dopo il colpo alla testa ricevuto sabato. Ieri è stato accolto alla Pinetina da uno striscione di «Buon compleanno», visto che compie 29 anni, ed è stato regolarmente convocato per la partita di oggi a Udine. La settimana sarebbe infatti anche una di quelle impegnative, una di quelle che determinano una stagione perchè dopo le partite contro Udinese e Milan, sarà molto più facile fare un bilancio dell'annata nerazzurra. Oggi c'è da difendere l'1-0 dell'andata senza Veron, Stankovic e Adriano, e il brasiliano resta in forte dubbio anche per il derby di venerdì: «Ne dubito, ma speriamo che recuperi nei prossimi giorni», spiega. E il tecnico ha ribadito che non ci sono problemi con lui: «Lo ripeto per l'ennesima volta, non ho mai avuto problemi con Adriano nè personali nè tecnici. È il giocatore più rappresentativo dell'Inter».