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GRANDANGOLO

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Sul pianeta biancoceleste può accadere tutto e il contrario di tutto, ma nonostante le lancinanti polemiche che riprenderanno quasi certamente nella prossima settimana quando Long John tornerà a Roma, Peruzzi e i suoi compagni restano accettabili nel rendimento e non si smorzano né si riaccendono sulla base degli umori circostanti. Ai diciannove punti accumulati nelle prime tredici giornate del girone d'andata (17 reti realizzate e 17 subite) fanno da contraltare i 18 dell'identico periodo durante fase discendente, con una perfetta parità (a quota 18) fra produzione offensiva e gol incassati. Ciò significa che l'organico di Delio Rossi regge alle pressioni esterne e alle lacerazioni ambientali proponendo più o meno sempre le stesse caratteristiche negli scorci di tempo esaminati. Ed è davvero sorprendente come dalle turbolente vicende stagionali affiorino gli stessi riscontri, gli identici diagrammi di bravura e di vulnerabilità, pressoché computerizzati o robotizzati. Invece qualcosa è dipeso dal destino, mentre buona parte del profilo d'annata lo ha determinato la bravura dell'allenatore nel gestire lo spogliatoio e nel tirare avanti in mezzo alle avversità, salvo ammettere che ingenuità difensive (talvolta ai limiti dell'autolesionismo) e sbagli arbitrali hanno finito per modellare la classifica al di sotto dei meriti sventagliati. Ora bisogna innestare il turbo andando soprattutto a recuperare quanto è stato smarrito domenica scorsa nell'harakiri conclusivo firmato Oddo. Diventa quindi importante agguantare la quarta vittoria in trasferta, dopo Empoli, Treviso e Firenze, approfittando di avversari che hanno tradito spesso una rovinosa fragilità in fase di contenimento (impallinati 49 volte, di peggio nel reparto arretrato è capitato solo al Lecce!), quasi non bastassero le assenze degli infortunati D'Aversa e Locatelli. Tuttavia le ultime sei finali andranno affrontate aggiungendo massima concentrazione alle abituali qualità rintracciabili nel dna laziale. L'obiettivo catturabile resta l'ingresso nella nobiltà del football europeo che porterebbe nelle casse di Formello dieci milioni di euro, oltre agli 87 appena ottenuti da Sky per i diritti satellitari fino al 2009. Oggi si riparte. E i buoni propositi vanno attuati già davanti agli ex Chiesa, Negro e Colonnese, corsari di un'opulenza trapassata ancora a caccia di soddisfazioni nel football senese. Certo, per loro sarà la partita dei ricordi mescolati all'esigenza di raggiungere la definitiva salvezza, al riparo da spiacevoli imprevisti. Meglio dunque non dare nulla per acquisito nonostante risultino intuibili le intenzioni da bottino pieno senza amnesie e grazie all'apporto rassicurante la dietro di Oddo, Siviglia, Cribari e Zauri, tornati nei loro ruoli preferiti. Poi la riuscita del blitz verrà decisa dalla bontà dei rifornimenti che riceverà l'accoppiata Rocchi-Di Canio, con il leader del Quarticciolo sempre in odore di esonero e comunque deciso a onorare la maglia fino all'ultimo. Ottimi presupposti, mentre il Chievo, nella San Siro rossonera, tenta di mantenere quei due punti di vantaggio ricevuti dalla pazza Lazio della settimana scorsa. E stavolta chissà quale Milan andrà in scena, mentre Delio Rossi tocca ferro.

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