Anche quest'anno non c'è trippa per gatti
E invece, dopo il passo falso a Jerez (nel quale per altro Rossi c'entra ben poco essendo stato centrato da Elias), il «dottore» ha ripreso a macinare con la solita grinta, lo stesso passo, la consueta naturalezza. Parte piano, aspetta, studia, passa avanti solo per vedere che aria tira. Poi, complice anche una Yamaha non ancora al cento per cento, si rimette lì dietro e aspetta col sorriso a settanta denti: «Si può fare». E così sarà. A quattro giri dal termine il folletto di Tavullia, mette la freccia e va via facile a un Hayden troppo piccolo per poter almeno abbozzare una reazione. Tutto qui e il copione è lo stesso della scorsa stagione. Insomma, come direbbero nella Capitale non c'è trippa per gatti. Bello, almeno perché vince un italiano. Un po' meno per lo show, la competizione, quella che da sempre anima le corse su due ruote. I piloti, in genere, sono gente non abituata ad avere cose facili. Ed è forse anche per questo che servirebbe uno scossone a questo mondiale della MotoGp che rischia di morire prima ancora di iniziare. Senza Biaggi (e nemmeno a dire che Max lo scorso anno abbia potuto molto), con la Honda in completa bambola accusata di nuovo dai suoi «ufficiali» (allora Biaggi non era un folle visionario), solo Capirossi può salvare questa stagione dall'ennesimo monologo. La Ducati ha fatto passi da gigante (ieri due moto nei primi quattro posti), ma sembra ancora non avere la costanza delle giapponesi. Loris dovrà metterci molto del suo per evitare che un pilota solo possa vincere dodici gare su quattordici come accaduto nel 2005. E non speri, l'imolese come molti altri nel «giro» della MotoGp, in un esodo in Formula Uno di Valentino il prossimo anno. No, perché Rossi ha ancora fame. Anche se riuscisse a stravincere questo campionato, gli mancherebbe tanto così per eguagliare e magari sorpassare il mito di Agostini. E ti pare che uno con il suo «ego» si lasci scappare un'occasione così per entrare nella storia? Improbabile, molto improbabile.Tiz