Moggi: non capisco i fischi
Il dg ordina il silenzio stampa dopo l'eliminazione dalla Champions
Credo quindi che si sia fatto un ottimo lavoro finora. O forse mi sbaglio, perché l'aggressione verbale di cui siamo stati bersaglio durante e dopo la partita con l'Arsenal farebbe pensare che la Juve sia stata protagonista di una stagione fallimentare: siamo dispiaciuti per quello che è successo e non lo nascondiamo. Tutto si può dire a questa squadra tranne "tirate fuori le palle": si tratta di un trattamento non consono a quello che abbiamo fatto finora. Motivo per cui abbiamo deciso di prenderci un momento di riflessione che riporti tranquillità in tutto l'ambiente». Parole e musica (funerea) di Luciano Moggi, il giorno dopo la debacle contro i ragazzini terribili dell'Arsenal guidati da Wenger in panchina e Titì Henry in campo. Il momento di riflessione significa ovviamente silenzio stampa, anche se Big Luciano non lo definisce tale. «Riflettano tutti, in società e non. Noi intendiamo dare a chi ci segue le soddisfazioni che si meritano: mi riferisco a tifosi, appassionati e azionisti. Bisogna però capire che esistono anche gli avversari: non si può vincere sempre, altrimenti che gusto c'è? Nessuno si iscriverebbe più al campionato e alla Champions League, mi pare chiaro. Quindi: se altri non usano il buon senso, lo usiamo noi e cerchiamo di vincere lo scudetto. Sono convinto che finora tutti abbiano fatto il loro dovere, anzi di più: se però il presupposto è quello che non si può perdere una partita o che non si può essere eliminati dalla Champions League senza che ne venga fatta una tragedia, allora è il presupposto che va cambiato perché chiaramente sbagliato». Un fiume in piena, Moggi. Dice quel che deve e quel che vuole, lo spazio per eventuali domande e approfondimenti non è concesso: «Siamo stati eliminati da una squadra forte che sta attraversando un momento migliore del nostro. Ma, rimanendo in Italia, quante sono state le squadre che in questi ultimi anni hanno vinto una Champions League e giocato altre tre finali? Noi di sicuro, altri non mi pare. Andiamo avanti per la nostra strada, punto e basta. In una stagione che avrebbe potuto rivelarsi ancor più difficile, tra mille voci che riguardavano l'allenatore pronto ad andare al Real Madrid o alla Nazionale di chissà quale Paese, la Triade che non si sapeva se sarebbe stata confermata e via di questo passo: argomenti che avrebbero ammazzato un esercito intero, mentre noi siamo rimasti uniti e compatti. Con nove punti di vantaggio sulla seconda in campionato: meglio ricordarselo bene».