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Ancelotti ci crede: «Il ciclo del Milan non è finito»

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questa squadra può fare ancora molto bene in prospettiva perchè ha tanti giocatori giovani. Io, a dir la verità, la »sindrome turca« non l'ho mai avvertita; anzi. È stato uno stimolo per arrivare alla finale di Parigi, proprio come dicemmo dopo quella partita di un anno fa. Adesso ci siamo vicini...». Carlo Ancelotti si gode ancora l'impresa di San Siro, che consente al Milan di rimanere l'unica italiana approdata alla semifinale di Champions. Il tecnico rossonero, intervistato da Sky, si prende parte dei meriti ma ringrazia anche il suo fido vice. «Certo, se non avessimo superato il turno mi avrebbero chiesto perchè non ho messo Gilardino, perchè ho tolto Gattuso per un difensore: sono pensieri ricorrenti. Voglio invece dire grazie a Tassotti che mi ha dato una bella mano quando abbiamo deciso di spostare in avanti Serginho che è stato uno degli uomini chiave, l'altra sera». Ma il vero salvatore della patria milanista martedì sera è stato Filippo Inzaghi, e Ancelotti rende merito al centravanti piacentino. «Inzaghi è al primo posto della mia classifica degli attaccanti, è il numero uno al mondo tra gli attaccanti d'area di rigore. Chi scelgo tra lui e Vieri? È chiaro che in questo momento non c'è partita ma... perchè Vieri è infortunato. La crisi dell'Inter? Sono dispiaciuto per Mancini che ora è al centro di tutte le polemiche, nonostante secondo me abbia fatto un buon lavoro. Ma si sa, nel calcio vinci e sei bravo, perdi e diventi il capro espiatorio; quindi, per questa logica del calcio, non mi sorprenderebbe se l'Inter lo mandasse via».

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