Confermata la «triade» in blocco

Sono state queste le parole del presidente della Ifil, Gianluigi Gabetti, all'uscita dalla riunione del Cda della Juventus. Aggiungendo poi: «Lavoreremo tutti assieme sul nuovo piano industriale che sarà pronto ad ottobre. Non sarà un piano faraonico». E John Elkann, nipote dell?avvocato Agnelli: «Confermo tutto ciò che ha detto il presidente Gabetti». Detta così, sembra cosa facile. In realtà, c'è di più. È vero che — come si legge nel comunicato — Antonio Giraudo, Roberto Bettega e Luciano Moggi «hanno ribadito la loro ferma intenzione di impegnarsi per una nuova fase della vita della società, con l'obiettivo di perseguire nuovi e prestigiosi risultati sportivi e societari nel rispetto della tradizione e delle aspettative dei milioni di tifosi distribuiti in tutto il mondo». Tuttavia, nel Consiglio di Amministrazione della Signora è stato cooptato Carlo Sant'Albano, ovvero l'appena nominato amministratore delegato dell'Ifil chiamato a diventare l'uomo di riferimento di Giraudo per la determinazione del nuovo Progetto Industriale. In sintesi: se, come qualcuno ha fatto credere in questi giorni, il Progetto precedentemente presentato dallo stesso Giraudo fosse stato ritenuto congruo, non ci sarebbe stata questa ulteriore nomina. Cosa succederà adesso? Vale la pena fare un passo indietro e ricordare quanto affermato da Giraudo una ventina di giorni fa: «A giugno saprete». Quella, e non ottobre, sarà probabilmente la linea oltre la quale la Juve conoscerà il nome del prossimo amministratore delegato: se Giraudo e Sant'Albano troveranno il modo per venirsi incontro, nulla cambierà. In caso contrario, sarà lo stesso Giraudo a togliere il disturbo. Moggi, per chiudere: «Rimaniamo volentieri, la proprietà ci ha dato fiducia e questo è importante. Un disgelo c'è stato». Dove la parola «disgelo» lascia intendere che non proprio tutto è finora filato liscio come l'olio. D.Lat.