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Capello: ancora tre anni di Juve

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In Inghilterra? «Tra tre anni, se mi vorranno». Pillole e confini di Fabio Capello, ieri, alla vigilia della partita contro la Roma. Un Capello tranquillo e sereno, probabilmente come mai prima a Torino. Innamorato della Juve e desideroso di farsi stendere il tappeto rosso: «Ho un accordo ancora per la prossima stagione, ma mi piacerebbe che la Juve fosse la mia ultima squadra di club. Dopo di che, confermo che gradirei allenare una Nazionale: se fosse quella inglese, sarebbe il massimo». Quindi niente Real Madrid, meglio Torino: «Di un eventuale prolungamento del mio contratto abbiamo anche cominciato a parlare, ma ci siamo limitati a qualche chiacchiera. Serve calma, per affrontare certi discorsi: io non ho fretta, visto che per la prossima stagione sappiamo tutti di avere già un accordo in essere. A Torino vivo bene e lavoro bene, ho un ottimo rapporto con tutti e sono convinto ci siano i mezzi per far bene anche in futuro. Ogni giorno che passa, sono sempre più soddisfatto di quello che stiamo facendo: da fuori non conosci mai abbastanza le persone, dal di dentro ne apprezzi tutte le qualità». Se non è un atto d'amore questo, poco ci manca: «Qui l'obiettivo è vincere sempre, il massimo che un allenatore possa chiedere. A Roma era più difficile, per questioni ambientali, programmare il futuro: a Torino si lavora sempre con la mente rivolta a quello che sarà». In pratica, un educato «no grazie» a chiunque busserà alla sua porta. Se poi ci saranno sconvolgimenti societari, sempre più improbabili viste le vicende di cui riferiamo a parte, Capello non si chiama fuori comunque: «Ne parleremo quando tutto sarà chiarito». Come dire che, se anche Giraudo dovesse andar via, lui potrebbe anche rimanere. Per quanto riguarda la partita di stasera contro la Roma, la Juve dovrà rinunciare al solo Zebina, il cui problema a un alluce non è ancora stato risolto. Per il resto, tutti abili e arruolati: possibile turno di riposo per Thuram, visto che ieri in partitella Kovac ha affiancato Cannavaro, e possibile coppia d'attacco formata da Del Piero e Ibrahimovic. Nedved, squalificato in Champions, dovrebbe giocare di sicuro anche se ieri sull'esterno sinistro si è visto Mutu. «Sono ammirato dalla Roma — ha detto Capello — e dal lavoro fatto da Spalletti. Se la sfida contro la Juve è tornata a essere una partita quasi normale, è merito del fatto che la squadra giallorosa è tornata a essere competitiva. Tanti infortuni hanno cementato il gruppo, i ragazzi si aiutano e anche l'assenza di attaccanti è diventata quasi un vantaggio. Stanno mettendo in pratica quello che diceva una volta Liedholm, secondo cui si gioca meglio con tanti centrocampisti: se continueranno così, la prossima stagione saranno tra i rivali più pericolosi». Il Capello ben disposto nei confronti di tutto e tutti non si nega neppure una divagazione sul mercato e sulle strategia future: «Abbiamo ben presente l'età dei nostri giocatori, ma dico che Cannavaro e Thuram potranno reggere ancora un po' e ripercorrere le gesta di atleti quali Maldini e Costacurta. Comunque ci guardiamo in giro, non stiamo con le mani in mano. Va però detto che certi giocatori difficilmente si muoveranno da casa loro: penso per esempio a Gerrard e Lampard, i cui casi sono differenti da quello di Vieira, che conosceva già l'Italia e aveva ritenuto concluso il suo ciclo all'Arsenal. A proposito del francese, la critica non è stata sempre tenera con lui: a parte il fatto che ha avuto spesso lievi infortuni che ne hanno compromesso il rendimento, credo abbia fatto il suo dovere fino in fondo».

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