Parte questa mattina da Jerez la nuova stagione della MotoGp Rossi-Yamaha binomio da battere Biaggi a piedi è il grande assente
Il resto sono chiacchiere, tra sgambetti plateali, addii eccellenti e volti nuovi. L'esclusione di Biaggi, rivale storico di Valentino, l'unico che finora era stato in grado di dargli del filo da torcere (almeno quando le condizioni tecniche glielo consentivano), cambia radicalmente i valori in campo. Le speranze di spettacolo, battaglia e adrenalina sono attaccate alla grinta di Capirossi, alla voglia di Melandri e alla spregiudicatezza del nuovo arrivato Pedrosa. Basterà? Difficile a dirsi, ma per lo sport e per i colori italiani così è davvero un peccato. Sarà una stagione di volti nuovi dunque. Uno su tutti Daniel Pedrosa, lo spagnolo che lo scorso anno aveva vinto a spasso il titolo della classe intermedia e che quest'anno si ritrova (grazie allo sponsor spagnolo che lo spinge) in sella addirittura a una Honda ufficiale. Non male come stagione d'esordio. Certo è che non è casuale il fatto che lo spagnolo, come l'altro esordiente l'australiano Stoner, quest'anno inizieranno la loro avventura nell'Olimpo del motociclismo in sella ad una Honda. La Repsol ufficiale per il calcolatore Pedrosa, la «clienti» del team LCR per l'istintivo Stoner. Già, perché se la Yamaha è riuscita a farsi strada nelle prime posizioni dei test invernali un po' con tutti vuol dire che la M1, nuova o vecchia che sia, è davvero la moto da battere. «Sono motivato — ha detto ieri Valentino all'arrivo a jerez — spero di esserlo. Sarà un campionato duro, con tanti avversari, e speriamo di regalare un grande spettacolo ai tifosi». Rossi è tranquillo: «La M1 quando è a posto è la moto migliore del mondiale. Il rivale? «Penso che qualche mese fa sicuramente Melandri era lo sfidante principale per quello che ha fatto a fine stagione, vincendo le ultime due gare. Poi ci metto anche Pedrosa per quello che ha fatto vedere nei test». A Barcellona, nel tradizionale appuntamento dei test Irta ufficiali, Rossi ha messo tutti in riga sull'asciutto, mentre nelle qualifiche della domenica, su pista bagnata, la parte del leone l'ha recitata il suo compagno di scuderia, Colin Edwards. Altro uomo da tenere d'occhio ma che non potrà lottare per il titolo. Il resto della truppa, con ogni probabilità, dovrà prima occuparsi di stabilire a chi affidare il ruolo di primo avversario del binomio Valentino-Yamaha. Nonostante qualche piccolo intoppo le Ducati di Loris Capirossi e Sete Gibernau sembrano andare meglio delle Honda, anche se il colosso di Tokyo, come sempre, può contare sulla truppa più nutrita. Ma il vantaggio di Borgo Panigale non sta solamente nel cronometro, che finora, soprattutto a Jerez, ha dato ottimi riscontri per la nuova Desmosedici GP6 gommata Bridgestone. Da una parte quindi l'esperienza di Valentino, alla quale risponde la Ducati con due piloti altrettanto «navigati», mentre la Honda a puntato tutto sui giovani. Già, perché Melandri e Hyden, non due novellini, ma nemmeno gente abituata a vincere. E Valentino ringrazia. La domanda che aleggia nel paddock della MotoGp è ormai nota: ma quest'anno chi fermerà Rossi?