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La gara è stata condizionata dal vento e dal terreno scivoloso per la pioggia Illusorio il vantaggio iniziale

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Senza otto titolari, col fiato ormai contato, la Roma limita i danni al Renzo Barbera. Una sconfitta di misura (2-1), dopo un primo tempo ben giocato e una ripresa in affanno o quasi. La squadra di Spalletti fatica a tenere il ritmo visto in passato, continua a giocare praticamente senza attaccanti e accusa il calo di rendimento di alcuni uomini chiave. Malissimo i due brasiliani, ai quali Spalletti si è affidato per far male lì davanti: poca roba. Fatica anche in difesa (ancora una grossa ingenuità di Curci) e i centrocampisti vanno a corrente alternata. Tra quindici giorni all'Olimpico per guadagnare la finale servirà tutta un'altra Roma. D'ora in avanti è vietato sbagliare. Ormai Spalletti è abituato a convivere con l'emergenza: oltre agli infortunati di lungo corso Totti, Montella e Nonda, sono rimasti nella capitale Chivu, Cufrè, De Rossi, Doni e Dacourt squalificato. Il tecnico toscano cambia uomini ma non modulo. In difesa ha scelte obbligate con Panucci e Bovo all'esterno e la coppia centrale composta da Mexes e Kuffour. Novità invece sulla mediana dove c'è Kharja a far coppia con Aquilani. Conferma sulla destra per il velocissimo Alvarez, con Mancini dall'altra parte del campo e Perrotta ad agire dietro Taddei messo lì davanti a fare l'unica punta. Ma è proprio Perrotta, al quale ormai il nuovo ruolo con aspirazioni offensive inizia piacere, a far vedere le cose migliori e portare la Roma in vantaggio dopo quarantotto secondo di gioco. Parte tutto da un cambio di passo di Alvarez che lascia sul posto la difesa di casa e serve all'azzurro un gran pallone: fa uno a zero, Barbera ammutolito per l'ottavo gol stagionale (cinque in campionato) di un giocatore che lo scorso anno non si sapeva più cosa fosse. Il Palermo non ci sta e tre minuti dopo arriva il pareggio: ma c'è ancora lo zampino di Curci. Il giovane portiere giallorosso non trattiene il tiro cross da sinistra di Grosso e la palla resta nell'acquitrino davanti ai suoi pali. Mexes prova la respinta male, poi la replica di Bovo che sbatte però sulle gambe di Brienza, carambola malefica sulla spalla del francese e il risultato torna sul pari. Quattro minuti, due gol e rovesciamenti di fronte da infarto. La partita prende quota, la Roma cresce e il Palermo sembra accusare la spinta giallorossa. Il resto lo fa un campo a dir poco impresentabile, soprattutto davanti alla porta difesa da Curci. E proprio il rimbalzo innaturale della sfera creerà la maggior apprensione alla retroguardia di Spalletti. Prima dell'intervallo doppio brivido giallorosso: Mancini tocca la palla di mano in area (per Morganti è involontario), poi Codrea da fuori tira alto. Nella ripresa più Palermo che Roma. La squadra di Papadopulo prende confidenza, fa girar meglio il pallone e i giallorossi accusano. Prima Mexes commette l'unico errore di una gara quasi perfetta mettendo sui piedi di Brienza una facile occasione sulla quale però Curci fa buona guardia. Sul rovesciamento di fronte la Roma diventa pericolosa: ma la conclusione a rete finale di Alvarez, dopo il parapiglia davanti ai pali di Agliardi (ottima comunque l'uscita di pugno), finisce in Curva. Al 24' la svolta. Mancini perde un brutto pallone, attacco corale del Palermo che fa girar molto bene il pallone, Curci respinge di pugno la palla alta che si vede piombare addosso, ma poi non esce sul traversone che taglia a metà l'area giallorossa, quindi il guizzo di Mutarelli: piattone e palla in rete. Fa 2-1 e Roma in bambola. La partita finisce qui. Inutile quanto sterile l'arrembaggio finale dei giallorossi che anzi rischiano di peggiorar ancor di più una situazione che così com'è all'Olimpico, tra quindici giorni, si può ancora ribaltare.

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