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Le superpotenze calcistiche verso il futuro nel segno della continuità

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La Juve conferma la «Triade», il Milan rinnova con Ancelotti fino al 2008

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In Europa si sono già trovate di fronte l'una all'altra nell'ormai famosa finale di Champions di Manchester. E ieri, quasi nelle stesse ore, hanno deciso di dare continuità allo status quo. Ovviamente stiamo parlando di Juventus e Milan. E quindi: l'Ifil, la finanziaria della famiglia Agnelli che controlla la Juventus, si sarebbe infine orientata a confermare Antonio Giraudo e la Triade in generale alla guida della società bianconera. L'ufficialità dovrebbe arrivare venerdì in occasione della trimestrale di bilancio che il Consiglio di Amministrazione sarà chiamato ad approvare: lo ha anticipato ieri il quotidiano di famiglia, dopo che nei giorni precedenti già altre testate si erano sbilanciate in tal senso. Giraudo, dal canto suo, non ha ancora confermato: «Non ne so niente. Apprendo da fonti stampa che ne parleremo nel Cda di venerdì, staremo a vedere». Cosa sia successo nel frattempo, quando a un certo punto pareva inevitabile il divorzio, non è ancora chiaro. Di sicuro, l'uscita di scena qualche mese fa di Lapo Elkann per i noti motivi di droga ha contribuito a far sì che la Triade restasse al suo posto. Non tutto è però filato liscio, se è vero che negli ultimi mesi lo stesso Giraudo era stato molto vago circa il proprio futuro e, non più tardi di qualche giorno fa, il presidente Franzo Grande Stevens aveva parlato di «un clima di cambiamento che potrebbe coinvolgere noi e l'intero Paese». Probabilmente, anche la decisione di Capello di legare la sua permanenza a Torino alla conferma dell'attuale gruppo lavorativo ha indirizzato la scelta definitiva. Proprio su Capello sarà adesso necessario fare chiarezza: in teoria è legato da un accordo con la Juve fino a giugno 2007, ma le sirene del Real Madrid continuano a suonare e di sicuro lui per un po' è stato ad ascoltarle, anche perché quasi «spaventato» dalla possibilità che la Triade potesse lasciarlo da solo sotto la Mole. Le possibilità che a questo punto resti sono comunque in crescita. Chi invece di sicuro non emigrerà in Spagna è Carlo Ancelotti, confermato ieri fino al 2008 tra squilli di tromba e toccatine di gomito. Lo stesso Berlusconi ha spiegato che il tecnico reggiano ha convinto il Milan «con la sua bravura, la sua serietà, la sua pacatezza e la sua affabilità. Quindi, abbiamo ritenuto di continuare con lui, anche per mettere fine a tutte queste voci che imperversavano e che non avevano nessun fondamento nella realtà». Quanto alle offerte provenienti dalla Spagna, Berlusconi ha sostenuto di non aver avuto «alcuna paura. Non ho mai avuto nessun dubbio a riguardo. Mi aveva detto che sarebbe restato con noi e i fatti sono qui a testimoniarlo. Donadoni? Non abbiamo mai pensato di cambiare Ancelotti e, per esempio, non abbiamo mai fatto discorsi neppure su Van Basten. Voglio un gran bene a Donadoni, è un mio amico ma non si è mai parlato di un suo possibile ritorno al Milan come allenatore». Dopo di che, il presidente onorario del Milan ha reso merito a Galliani («ha fatto tutto lui») augurandosi che la stagione possa terminare con il trionfo in Champions League. Nemmeno le polemiche di questi giorni con Della Valle — e l'avvicinarsi della partita con la Fiorentina, hanno tolto il buon umore a Berlusconi: «Non mischiamo il sacro, ovvero il calcio, con il profano», è stata la chiosa. «Ho firmato fino al 2008 e sono contento — ha invece dichiarato Ancelotti — e ho preferito restare al Milan: la tentazione del Real Madrid c'è stata, ma resto qui». E Galliani, di rimando: «Ci ritroveremo ogni primavera per decidere per l'anno successivo. Sentivo tanti nomi per il toto-allenatore, abbiamo pensato che il modo migliore per porre fine a tutti questi discorsi fosse quello di far firmare Ancelotti: in questi cinque anni, con Carlo, siamo diventati il primo club europeo. È un allenatore assolutamente all'altezza del Milan: ha fatto bene e farà bene». Alla fine, quindi, Juve e Milan hanno scelto la strada della continuità, certe che sia quella più giusta. L'Inter, dal canto suo, è anc

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