Terzo Paolini, solo quarto il favorito Boonen. Il vincitoreabile a sfruttare la fuga di Ballan
E poi Pozzato a qualcuno non stava tanto simpatico: troppo bello, troppo vanitoso, troppo arrogante (fu tra i protagonisti del mobbing ai danni di Simeoni al Tour 2004). Troppo predestinato, pure: se ne parla da un secolo come di un possibile vincente, anzi stravincente, perché è dotatissimo; cresciuto nel vivaio Mapei, è da sempre circondato da un'attesa spasmodica. Pozzato ha l'invidiabile età di 24 anni, addirittura uno in meno di quel fenomeno di Boonen. E all'attivo ha una tappa vinta al Tour, un paio di Trofei Laigueglia, la Tirreno-Adriatico 2003, e - vinti nell'arco di una settimana l'anno scorso - una Classica di Amburgo e un Giro del Lazio. Tutto questo fino a ieri. Perché ora Pozzato impareranno a conoscerlo tutti, proprio tutti: infatti Filippo, vicentino di Sandrigo, ha vinto nientemeno che la Milano-Sanremo. Pozzato si è mosso in cima al Poggio, a 7 km dal traguardo, andando dietro ad un Ballan letteralmente scatenato, partito fortissimo e capace di scavare 10" tra sé e il gruppo. Pozzato, perfetto ingranaggio di una macchina altrettanto perfetta (la Quick Step), ha preso la ruota del collega e non ha collaborato alla fuga perché nel plotone aveva Boonen, favorito (con Petacchi) in caso di arrivo in volata. Il peso dell'azione è rimasto per intero sulle spalle di un Ballan potentissimo; sui due, dopo qualche pedalata, è riuscito a riportarsi Astarloa, poi in discesa sono arrivati anche Schleck (che era davanti ed era stato superato lungo la salita), Nocentini e Sanchez Gonzalez. 6 uomini in testa all'entrata di Sanremo. E dietro la Milram (squadra di Petacchi) a tirare disperatamente per ricucire un margine di 10" che ha iniziato a calare quando davanti è venuta a mancare la spinta propulsiva di Ballan, e gli altri non hanno trovato un accordo: Pozzato era troppo veloce perché i vari Astarloa e Nocentini scegliessero di portarlo in carrozza al traguardo, dove li avrebbe battuti con una gamba sola. Ma la Milram aveva già perso quasi tutti i suoi gregari in precedenza, per ricucire sulla prima fuga di giornata (otto uomini: Allegrini, Matveyev, Cheula, Contrini, Carlström, Etxebarria e Scheirlinckx, partiti al km 27 e ripresi al 260), e poi sull azione del già citato Schleck e di Reynes, Moerenhout e Trenti, che ha preso le mosse dopo la Cipressa (meno 16 dal traguardo). È stato addirittura Zabel a sobbarcarsi una lunga trenata, dai meno 2 ai meno 1, per riportare il gruppo sui fuggitivi. Troppo tardi: nel momento esatto del ricongiungimento, Nocentini è partito in contropiede, e Pozzato gli è andato appresso, superandolo e volando verso il traguardo. Appena 10 metri alla fine hanno separato il vincitore dal gruppo lanciato nella volata, con un Petacchi superbo che, pur partendo lunghissimo, non è riuscito a chiudere il buco su Pozzato, ma ha stracciato tutti i rivali, Boonen in primis. Magra consolazione; la festa stavolta era tutta per un altro grande atleta. Che gioisce: «Il momento più bello della mia vita. Una gioia incredibile».