Scozia al Flaminio nell'ultima gara del Sei Nazioni (La7, 14.30)
Il tormentone che Berbizier ha ripetuto per tutta la settimana ha avuto lo scopo di mantenere i giocatori azzurri ben focalizzati sull'ultima grande occasione per l'Italia di nobilitare con una vittoria un torneo comunque positivo. I grandi progressi mostrati sul piano del gioco offensivo, vera piaga durante la gestione neozelandese, su quello della personalità complessiva della squadra, su quello difensivo resteranno chiari qualsiasi risultato chiuderà oggi (ore 14.30, diretta tv su La7) il Sei Nazioni azzurro. Appare altresì ovvio che una vittoria contro la Scozia rappresenterebbe quel risultato in grado di esaltare il rendimento di Bortolami e compagni per tutto il torneo fin qui disputato. Se le partite fossero terminate al 60' l'Italia sarebbe a punteggio pieno. Sebbene il dato sia assolutamente insignificante a livello tecnico — i match di rugby durano 80' — è comunque indicativo di una nuova competitività acquisita dai giocatori italiani durante la gestione-Berbizier. Il grande lavoro del coach francese e del suo staff comincia ad emergere nelle giocate degli azzurri, nel loro modo di stare in campo, di accettare la sfida degli avversari per rilanciarla a loro volta. Rispetto alla formazione del pareggio del Millenium, Berbizier ha operato tre cambi. Stoica, ristabilitosi dal fastidio al ginocchio, riprende il posto di estremo in luogo di Galon, mentre nella testa della mischia Ongaro, che recupera il suo posto di tallonatore, avrà alla sua destra Martin Castrogiovanni al posto di Nieto, infortunato al ginocchio. Per Castrogiovanni si tratta della prima uscita da titolare nel 2006, una buona occasione per risalire qualche posizione nella considerazione dell'ambiente. La Scozia scende al Flaminio guardando al futuro. Il coach Frank Hadden ha cambiato entrambi i mediani che avevano deluso contro l'Irlanda, Blair e Parks, per sostituirli con Cusiter e Ross. Hadden ha inoltre sostituito il tallonatore Hall con Lawson. Uno dei problemi degli Highlanders è la rimessa laterale. Proprio in touche gli azzurri hanno mostrato i progressi più evidenti nell'ultimo match, garantendo tesori di possesso dell'ovale per la costruzione del gioco offensivo. La touche potrebbe quindi risultare un elemento decisivo del match, così come la mischia chiusa, altro fondamentale dove gli ospiti sembrano destinati a soffrire. Nelle sorprendenti vittorie interne contro Francia ed Inghilterra gli scozzesi hanno mostrato un grande spirito combattente e una enorme propensione al placcaggio che hanno confermato a Dublino, pur perdendo. Ma gli uomini del cardo hanno mostrato anche di soffrire le partite in trasferta e di avere lacune nel gioco d'attacco. Berbizier ha ragione, la vittoria è alla portata, a patto di mantenere la concentrazione fino al termine della battaglia. Capitan Bortolami suona la carica: «Abbiamo raggiunto una maturità che in passato ci era mancata ed abbiamo anche dimostrato una notevole solidità psicologica. Basti ricordare che a Cardiff, la settimana scorsa, siamo riusciti a reagire alle due mete con cui il Galles, nella prima mezzora di gioco, ci aveva messo in difficoltà».