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L'OSSERVATORIO

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Senza ricambi l'Europa è solo un ingombro

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L'attuale Champions non è altro che una versione aggiornata della vecchia Coppa Uefa, quando erano in lizza tutte le migliori, eccetto i vincitori del titolo nazionale. Ora la seconda manifestazione europea è fatalmente scaduta a torneo di consolazione: anche se i tifosi, e i romanisti in prima linea, sarebbero esaltati dalla prospettiva di esibire in bacheca un trofeo continentale, dopo quello della lontanissima Coppa delle Fiere. Se riuscirà a saltare l'ostacolo Boro, difficile in relazione allo 0-1 dell'andata, uno dei risultati più fastidiosi, troverebbe forse più morbidi rivali nei turni successivi, fissati dal sorteggio. Ma rimane il problema, gravissimo per una squadra condizionata da croniche carenze di organico, del giovedì sera, con risvolti logistici, atletici e mentali terribili, impossibile preparare secondo i canoni abituali l'impegno della domenica, negato un turnover vero e proprio dalla penuria di seconde linee. Luciano Spalletti non ha espresso propositi di rinuncia rispetto alla competizione europea, suo dovere è anche assecondare lo spirito del tifo. Però si è ritenuto in debito di un chiarimento, nell'indicare come obiettivo principale il quarto posto in campionato: quello sì, irrinunciabile e ancora teoricamente perseguibile con successo. Qualche indicazione in più, nel merito specifico, si potrà avere dal recupero di Cagliari, tra una settimana anziché tra un mese e passa, in accoglimento delle fondate obiezioni della Roma. E così avremo anche un inedito, la ripresa dal minuto della sospensione: norma nuova per l'Italia, ma confortata dalla logica. Il calo di tensione che ha propiziato il brutto primo tempo di Ascoli non può essere alleggerito dalla serie di impegni stressanti all'angolo della strada, la notturna col Messina senza difesa centrale titolare, dopo tre giorni la sfida di Coppa Italia con il Palermo. Che il tecnico abbia indicato una priorità rientra nella logica e non implica rinunce a priori, però la gestione stagionale si fa sempre più difficile: e riserve da amministrare se ne vedono poche.

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