di FABRIZIO MARCHETTI PANDEV si prepara a vestire i panni del vice-Di Canio e sogna un futuro biancoceleste.
Avverto la stima dell'ambiente, mi sento responsabilizzato e non ho problemi a sacrificarmi per la causa». Un appello accorato, quello del macedone, intervenuto alla «Voce della Nord in tv». Domenica, complice la squalifica dell'idolo della Curva, giocherà in attacco accanto a Rocchi. Intanto pensa al futuro: il suo cartellino è a metà tra Lazio e Udinese. Fosse per lui la scelta l'avrebbe già fatta. «Sono cresciuto tanto, posso giocare anche esterno. In questa squadra mi diverto. Rossi ci fa lavorare 3 al giorno, mai faticato tanto però i risultati in campo si vedono. Siamo un gruppo affiatato: Di Canio che voleva tagliarmi i capelli, Peruzzi, Oddo, Zauri e Liverani, sono tutti ragazzi eccezionali e questo si vede, c'è grande feeling». Si rabbuia quando pensa al passato passato in Macedonia. «Vivevo a 300 km da Belgrado, vedevo passare gli aerei della Nato che andavano a bombardare. Esperienza terribile: per un anno, a causa della guerra, non mi sono potuto allenare. Ora è solo è un ricordo, il calcio mi ha dato la possibilità di andare via». Lo scoprì l'Inter. «Sì, a un torneo di Viareggio di qualche anno fa. Poi ho fatto un po' di trafila in alcuni club di serie inferiori, fino all'esperienza nell'Ancona e quindi l'arrivo alla Lazio». Sulle ultime nove di campionato: «Ce la giocheremo fino all'ultimo, speriamo di agganciare la zona-Uefa. Tranne la trasferta di Milano contro i rossoneri siamo stati sempre all'altezza della situazione». La Lazio conta di rinnovare la compartecipazione con l'Udinese e ha già strappato un ok di massima dal club friulano. Così il diesse friulano Leonardi: «Valuteremo in base alle prospettive, cercando di agevolare la crescita del ragazzo». Se ne parlerà a giugno, almeno per ratificare l'operazione. Difficile riparlarne, invece, con Dabo e Liverani. Il francese ieri ha avuto un colloquio con Lotito, a Formello per il consiglio di sorveglianza: il nodo resta sempre legato all'aspetto economico. Liverani, invece, è praticamente a un passo dalla Fiorentina, che gli offre un ricco biennale con opzione per il terzo anno. Rossi cerca di concentrarsi sul campionato: «C'è la volontà di tutti di tenere alti questi colori. I ragazzi sono encomiabili. È lo spogliatoio il segreto della Lazio. La cena post-derby da Angelo (Peruzzi, ndr) è stata importante perché avevamo perso una sfida importante e molto sentita. Avevamo perso un campionato nel campionato. Normalmente non vado mai a cene così, non sono un amico dei giocatori, non abbiamo un rapporto paritario, ma in questo caso ho partecipato. Quello di Angelo è stato davvero un bel gesto, dettato dall'avere visto musi troppo lunghi. Io ho solo detto ai ragazzi di continuare come stavamo facendo, avevamo perso una partita di un altro campionato». Minimizza però, almeno a parole, il traguardo-Uefa. «Non serve a nulla parlarne, i traguardi vanno centrati. Una alla volta. Ora siamo salvi, da adesso in avanti cercheremo, facendo il massimo nelle partite che mancano, di arrivare ad altro. Ma non cominciamo a dire che il calendario è facile, andiamo avanti senza calcoli, anche perché noi possiamo fare bene con tutte le squadre ma anche male». Sulla sfida con l'Inter. «Una di quelle squadre fuori la nostra portata, una di quelle partite dove per vincere servono le solite tre componenti: loro non al top, noi al 500 per cento e un arbitro che non incida in maniera determinante. Altrimenti sulla carta non c'è partita». Infine il futuro: «La società si sta muovendo, io do delle indicazioni, ma ci sono ancora tante cose da vedere. Stiamo comunque già lavorando per migliorare». Liverani e Dabo lui li avrebbe blindati. A occhi chiusi.