«Siamo sulla strada giusta»

La Ferrari domenica in Bahrain ha dimostrato di essere tornata protagonista. Il secondo posto di Michael Schumacher, d'un soffio dietro alla Renault di Fernando Alonso, è un bel segnale. Ma Jean Todt e tutta la squadra hanno un solo obiettivo: vincere. «Avevamo già raccolto un pò di dati oggettivi che ci dicevano della bontà della nostra vettura e del pacchetto in generale — ha spiegato il direttore generale della Ferrari — ma avere delle conferme nel weekend di gara fa sempre piacere. Abbiamo avuto un primo riscontro ma questo non ci fa dare nulla per scontato. Ovviamente era importante capire come ci saremmo collocati nelle gerarchie del campionato, e alla luce della corsa possiamo dire di essere tra le squadre competitive. La Bridgestone ha fatto un buon lavoro ma dobbiamo ancora migliorare molto per arrivare fin dove vogliamo. Quella di ieri è stata comuque una prestazione incoraggiante». Per Todt sarà fondamentale il lavoro di sviluppo della 248 F1: «In Bahrain abbiamo visto come le prestazioni tra diverse squadre siano sostanzialmente equivalenti, quindi ciò che farà la differenza sarà la capacità degli uomini di sviluppare le monoposto. Noi abbiamo cominciato già da qualche settimana, lavorando sull'aerodinamica in galleria del vento e al banco con i motori. Le cose sono in divenire». Domenica di nuovo tutti in pista per il GP della Malesia. Todt è preoccupato per il caldo: «In Malesia potremmo dover affrontare un fine settimana molto duro, soprattutto per le alte temperature e per il fatto che il nuovo motore V8 sarà al suo secondo impegno. Non dobbiamo illuderci che sarà una passeggiata, ma sarà lo stesso per le altre squadre. Comunque, penso che abbiamo un buon pacchetto, il team ha fatto un ottimo lavoro così come la Bridgestone. Stiamo andando nella giusta direzione». Poi un commento sui rivali, oltre a McLaren e Renault: «Penso che la Honda sia andata molto forte e che anche la Williams sia in forma. Lo dimostra il miglior tempo di Rosberg e quello molto buono di Webber. Non ho ancora effettuato un'analisi completa quindi e non posso dire che siano sui livelli dei primi tre, ma sono sicuramente veloci». La riprova di tutto tra appena sette giorni, in mezzo alla giungla della Malesia. Le squadre già ieri matina sono volate verso Sepang, il primo dei nuovi, avveniristici, circuiti progettati dall' architetto tedesco Hermann Tilke. Inaugurato nel 1999, il tracciato malese è bellissimo: 5.543 metri con 15 curve, delle quali 5 a sinistra (compreso il tornantino tra i due rettilinei che circondano la tribuna principale). Con una specificità micidiale: la temperatura ed il tasso di umidità previsti saranno sfida terribile per i motori, prima che per i piloti. «Lì la macchina deve essere forte in tutto — dice Alonso, che lo considera il tracciato più impegnativo della stagione — Tutte le curve sono tendenzialmente ad alta velocità. Servono ottimo bilanciamento e buona aerodinamica, mentre i lunghi rettilinei implicano che le prestazioni dei freni debbano essere di valore assoluto. E bisogna fare molta attenzione al consumo delle gomme».