di OSCAR OREFICI È TORNATA la Ferrari! Almeno questo hanno detto le qualifiche del Gran Premio del Bahrein, ...
Nei test invernali non era stato possibile verificare il vero potenziale della 248 F1, comunque apparsa in progresso negli ultimi collaudi. Poi, l'exploit di ieri, in cui ha messo in fila tutta la concorrenza più agguerrita, compresa la Renault campione del mondo, che godeva dei favori del pronostico. In ogni caso, le qualifiche, con il loro nuovo, complesso format, non vanno prese per oro colato e la corsa potrebbe riservare delle sorprese, rilanciando le ambizioni della Renault, della Honda e persino della McLaren-Mercedes. Neppure a dirlo, nel sabato festoso della Ferrari, la pole position è stata ottenuta da Michael Schumacher. Per lui è la numero 65 e gli vale, a pari merito con Senna, il record in materia che sembrava ineguagliabile, quanto i cinque titoli iridati conseguiti da Fangio. Schumi, dunque, ancora protagonista, nonostante molti, certamente troppi, lo considerassero avviato sul viale del tramonto. Di nuovo al volante di una macchina competitiva, il fuoriclasse tedesco ha dimostrato che talento e motivazioni sono ancora intatti, a dispetto dei 37 anni, della gloria acquisita e di un conto in banca da nababbo. Autentico stupore ha poi suscitato la prestazione di Massa, il sostituto di Barrichello. La prima fila, infatti, il brasiliano se l'è conquistata con un tempo di tutto rispetto, non lontano da quello di Schumacher. Una risposta, la sua, a quanti ne avevano criticato l'ingaggio da parte della Ferrari. Comunque, lo attendono ben altre verifiche, a cominciare dall'odierno Gran Premio. La delusione di giornata è venuta, invece, dalla Renault, che aveva ostentato sin troppa sicurezza nell'approccio al campionato. Sembrava dovesse sbaragliare il campo. Al contrario si ritrova con Alonso in seconda fila e Fisichella addirittura nono, con davvero poche possibilità, quest'ultimo, di puntare non alla vittoria ma anche ad un piazzamento da podio. A parziale scusante della Renault, potrebbe essersi verificata una interpretazione superficiale del nuovo sistema di qualifiche, che prevede una complessa strategia nei venti minuti conclusivi, quando è in gioco la pole position. Non si è smentita, al contrario, la Honda, le cui doti velocistiche sono state esaltate da Button, ovviamente più rapido di Barrichello, obbligato al sempiterno ruolo di scudiero. Fra i top-team quello ad uscire ieri con la ossa rotte è stata la McLaren: da zero in pagella la rottura di una sospensione della vettura di Raikkonen nel corso del primo round di qualificazione. È nota la congenita fragilità della macchina anglo-tedesca, ma a tutto c'è un limite, pure alla sopportazione del pilota finlandese, obbligato stamane, come spesso gli era accaduto lo scorso anno, ad una gara in forsennata rimonta. Né il quinto posto di Montoya può essere consolatorio. Infine, ennesimo fallimento per la Toyota, che scatterà dal retrovie con Ralf Schumacher e il nostro Trulli.