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Middlesbrough, la grande occasione

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Spalletti che ha fatto da tempo di necessità virtù, alla vigilia del tour de force che aspetta i giallorossi da qui al termine della stagione, giocherà la carta dei giovani. Così, già dalla gara di domani ci sarà un'altra chance per giocatori che hanno «steccato» la prima. Due su tutti i giovani Curci e Okaka: trentasette anni complessivi. Ruoli diversi, uno estremo difensore l'altro attaccante, stessi stimoli, stesse ambizioni: guadagnare un posto da titolare in pianta stabile in questa Roma. Gianluca Curci, eletto a furor di popolo quale successore di Pelizzoli, ha quest'anno, strada facendo parte del suo smalto dimostrando di aver ancora bisogno di tempo per esser pronto a fare il titolare. Paradossalmente ha fatto meglio quando Spalletti è stato costretto a metterlo dentro in extremis, che non quando il toscano aveva deciso di affidare a lui, in pianta stabile, le chiavi della porta giallorossa. Ora, dopo un periodo di «meditazione» potrebbe tornare ad impossessarsi della maglia da titolare. Doni è ko e il problema alla spalla infortunata conotr l'Inter, potrebbe costringerlo a saltare anche la gara di Ascoli. Per Curci, un'occasione imperdibile per far capire alla Roma che il futuro può essere lui. A Salonicco il 29 settembre scorso, in Aris-Roma 0-0, Stefano Okaka ha giocato la sua prima gara ufficiale con la maglia della Roma ed è anche diventato il più giovane calciatore schierato da una squadra italiana in una partita delle Coppe Europee. Finora in questa stagione Okaka ha messo insieme 3 presenze in A con Sampdoria (subentrato a Taddei), Chievo (subentrato a Tommasi) e Reggina (subentrato a Totti quasi allo scadere); 1 in Coppa Uefa (a Salonicco) e 3 in Coppa Italia con 1 gol, segnato a Napoli (le altre 2 furono nel ritorno con i partenopei e a Torino con la Juve e in entrambe le gare giocò da titolare). Qualche buon allungo, segnali evidenti per un futuro promettente, ma il bilancio immediato del «primo round» di Okaka nel complesso è stato un po' al disotto delle aspettative. Giudizi, comunque inevitabilmente condizionati dall'età del giocatore che si ritrova da ragazzino a giocare tra i grandi. Per lui quindi, calendario giallorosso alla mano, è in arrivo una possibilità occasione di riscatto: la grande occasione. In Inghilterra occasione per mettersi in mostra anche per gli altri che finora hanno giocato meno in questa Roma. Gente come Kharja e Alvarez, avranno modo di mostrare a tecnico e dirigenza quanto valgono i loro contratti futuri. Una chance per loro potrebbe arrivare dal turno di riposo che Spalletti dovrebbe dare a gente come Perrotta e Taddei. Il brasiliano ieri è stato chiaro sul futuro della Roma in campionato e sugli obiettivi. «Ora dobbiamo restare con i piedi per terra — attacca Taddei — lavorare e cercare di vincere nuovamente. Sapevamo che prima o poi ci saremmo potuti fermare. Comunque, non penso che contro l'Inter abbiamo fatto una buonissima gara». L'obiettivo era e resta il quarto posto in classifica, ora di nuovo nelle mani della Fiorentina di Prandelli. «hanno grandissimi giocatori davanti, ma il responso lo conosceremo solo alla fine. Noi non abbiamo prime punte disponibili ma abbiamo un gruppo compatto che si mette a disposizione del tecnico e questo credo che sia importante». Ma Taddei vuole distogliere l'attenzione del gruppo dalla Fiorentina e invita la squadra a guardare avanti. «Non possiamo pensare a loro — chiude il brasiliano — dobbiamo compiere un passo alla volta, così vengono i risultati. L'organico? Juve, Inter e Milan hanno due squadre, se esce uno ne entra un altro senza che cambi nulla. Noi siamo una squadra "corta" come gruppo ma cerchiamo di fare il massimo».

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