La Lottomatica Roma si arrende all'Hapoel e abbandona l'Uleb Cup
Altri venti, quelli che hanno portato al finale di 74-56, per vedersela scivolare via. Così la Virtus, mestamente e con qualche recriminazione saluta l'Europa, che era stata riagguantata con un mezzo miracolo nella prima fase proprio iniziando da una netta vittoria sul parquet che ne ha decretato l'eliminazione. L'impressione è che la difesa che per metà gara aveva imbrigliato i padroni di casa abbia portato alla soglia dell'esaurito le energie de ragazzi di Pesic. In un pomeriggio mesto, dove Ilievski ha smarrito troppo presto il bandolo della matassa, gli unici a non finire dietro la lavagna sono stati Tusek, Bodiroga ed il leonino Tonolli. Il piccolo impianto dell'Hapoel, stipato oltre ogni lecita immaginazione, ha cominciato a cantare ed incitare per dare la carica all'ex Jenkins ed ai suoi compagni. La tripla con cui Tapiro ha replicato al canestro di Tusek è stato l'unico vantaggio degli israeliani nei primi 20'. L'Obelix sloveno ha immediatamente ripreso il filo del discorso, prima raccogliendo un debole tiro di Tonolli, poi ferendo dalla lunga. Dopo la sfuriata di Markone sono arrivati i punti di Bodiroga ed liveski per il 3-11 del 5'. È stata evidente la difficoltà di Gerusalemme nel trovare linee di passaggio pulite. Tonolli s'è sacrificato su Austin con un'arcigno compito d'anticipo e perimetralmente le braccia dei difensori di Pesic sono sembrate raddoppiate, quasi simili a lunghi tentacoli. È stata la difesa a consentire così alla Lottomatica di reggere l'urto e restare sempre con il naso avanti. I tre falli raggiunti in un amen da Helliwell hanno convinto il mentore serbo a ricorrere spesso ad una zona con fronte pari. Che Gerusalemme ha attaccato con affanno, chiudendo i primi 20' con un misero 3/12 da tre. Così, ruotando tutti gli effettivi, la Virtus è riuscita ad andare negli spogliatoi avanti di 3 (25-28), mettendo anche nel conto un autocanestro insaccato da capitan Tonolli con uno sfortunato tocco a rimbalzo difensivo. Come troppo spesso accaduto il ritorno sul parquet s'è trasformato per Roma in una discesa verso l'inferno. Tusek ha rintuzzato il primo tentativo d'allungo con una magia, canestro da tre e libero supplementare per un fallo subito, ma qui s'è spenta la luce. Gerusalemme è volata via. Il muro difensivo d'inizio gara s'è sgretolato sotto i colpi assestati da Tapiro, il migliore, e da Mason. È stato Slay con un gioco da tre punti a mettere per la prima volta la squadra di Pesic nelle condizioni di ineguire (51-42). La Virtus non ha trovato antidoti e l'ultima frazione l'ha vista remissiva. Qualche perla di Bodiroga ha solo prolungato l'agonia. Il +8 dell'andata (92-84) s'è rivelato bottino troppo misero. Così è esplosa la festa di Gerusalemme e della sua gente. L'Hapoel va avanti. A Roma ora resta solo il campionato.