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Zeman subito all'attacco col Brescia: «Voglio vincerle tutte»

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Il tecnico a ruota libera: «Ho accettato perché il campo mi mancava. Moggi? I suoi auguri non sono veri»

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Si è presentato così ieri mattina alla piazza bresciana Zeman, chiamato tra lo stupore generale da Corioni («sono più emozionato di quando ho preso Baggio», ha detto il presidente del Brescia) a sostituire Rolando Maran che ha lasciato la squadra al quinto posto del campionato di serie B. In questi mesi di lontananza dal calcio, Zeman non è cambiato: voce che si sente appena, ma che esprime concetti forti e senza ipocrisie. È onesto quando spiega il perché ha accettato la proposta del Brescia: «Non mi piaceva stare a casa, mi mancava troppo il campo. In questi otto mesi ho ricevuto altre proposte, ma avevo un accordo con Valenza che avrebbe dovuto comprare il Parma: aspetta oggi, aspetta domani, non è successo nulla. Ora mi sono liberato da questo impegno che sentivo di avere e ho detto sì al Brescia». Ha destato curiosità il fatto che Zeman abbia accettato di prendere una squadra in corsa: «È vero che per 30 anni ho sempre iniziato a lavorare in estate, però stavolta è andata così. Tra l'altro prendo una squadra che sta andando bene: non dovrebbe essere diffcile continuare a farla andare così». «Ora - ha continuato il tecnico boemo - i giocatori devono recepire i miei concetti di calcio, che non sono mai cambiati: voglio vincere facendo spettacolo». Altra curiosità: il Brescia è la squadra italiana più settentrionale che a Zeman sia mai capitato di allenare: «Perchè ho sempre creduto che il calcio al sud abbia più potenzialità - spiega -. E a me piace vedere lo stadio pieno. Qui è più difficile che sia così. Ma il calcio è gente, e quanto alla situazione di Brescia (dove la media spettatori è poco inferiore ai 4 mila, ndr.), adesso arriva la primavera - sorride Zeman - e qualcuno comincerà ad uscire più spesso di casa». Zeman crede che a Brescia ci sia la possibilità di applicare la sua filosofia: «Guardando al situazione dall'esterno mi pare che ci siano i giocatori adatti per quelle che sono le mie idee». A Brescia, Zeman ritrova Gigi Di Biagio, cresciuto nel famoso «Foggia dei miracoli», e che lui ha allenato anche nella Roma. Zeman è simpaticamente pungente anche nei confronti del capitano: «Con Gigi - dice - abbiamo fatto tante belle cose...Ma all'epoca aveva 22 anni: vediamo se ha ancora la mentalità del ventiduenne». Il discorso si sposta poi sul piano nazionale e quando a Zeman viene chiesto se nei suoi mesi di inattività ha visto cambiare il calcio in qualcosa, risponde sottovoce: «Non so: mi sono dedicato al giardinaggio...». Gli auguri arrivati dal «nemico» Moggi? «Non li prendo, perchè tanto non sono veri».

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