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La legge dei grandi numeri

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è l'ostacolo più insidioso

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Già incute timore la legge, antica ma sempre incombente, dei grandi numeri, perché la Roma ha già raggiunto un numero di vittorie consecutivo che nessuna altra squadra aveva messo in fila, l'ultimo limite in ordine cronologico i dieci centri del Bologna, più di quarant'anni fa. Secondo pericolo la tempesta di euforia senza confini provocata dal successo nel derby, appunto con relativo primato: ma questa è Roma, questo è il tifo romanista, da sempre restio alle mezze misure, dunque all'equilibrio che pure molto aiuterebbe, nelle fasi positive ma anche in quelle negative. E, in questo senso, non è facile dimenticare il grigio avvio di stagione, con un disamore e una sfiducia testimoniati dai sempre più vistosi vuoti sulle scalinate dell'Olimpico. E poi, per buon peso, arriva l'Inter, che è sempre la terza della classifica, anche se il suo enorme vantaggio sui romani si è infine ridotto a quattro punti. Si specchia ancora una volta nella delusione, la stagione interista, però soltanto in relazione alle grandi aspettative della vigilia: ancora una volta puntualmente tradite, senza però dimenticare che quei cinquantotto punti dopo ventisette giornate avrebbero rappresentato, anche in tempi molto vicini, una classifica da tricolore, settanta punti la proiezione finale. Ma, anche dopo avere sofferto la mazzata pesantissima dell'uscita di scena del suo capitano, la Roma ha trasmesso messaggi importanti in fatto di capacità di reazione di fronte a tutte le possibili emergenze. Un organico ridotto e seconde linee soltanto in piccola parte pienamente affidabili non hanno impedito a Spalletti e al suo solidissimo gruppo di compiere un'impresa già memorabile e logicamente foriera di sogni non più proibitivi. Tornerà Dacourt, a sostituire lo sbadato Aquilani, accanto a lui un De Rossi forse un po' stanco ma esaltato dalla splendida prestazione in azzurro, gli altri interpreti saranno gli stessi del derby. L'Inter, che perde per squalifica Adriano e Samuel, dispone di un organico sontuoso e non è detto che Cruz, media-gol straordinaria, debba far rimpiangere lo spelacchiato imperatore attuale. Viste le premesse, per la Roma un pari non dovrebbe essere considerato un passo falso: non a reti bianche, però, visto che gli scontri degli ultimi dieci anni tra queste due formazioni hanno puntualmente prodotto autentiche valanghe di gol. Buon divertimento.

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