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Alla ricerca del quarto blitz per riavvicinare l'Europa

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Perché a undici giornate dalla fine non si può abbassare la guardia e dopo aver fatto molto con il poco a disposizione, non si deve mandare all'aria una stagione intera solo per aver perso una stracittadina in circostanze poco fortunate. E oggi beffare il Chievo, aspettando un possibile blitz dell'Inter all'Olimpico, sottintenderebbe persino la suggestiva ipotesi di puntare verso lo stesso traguardo Uefa che riequilibrerebbe almeno in parte gli affetti di città piuttosto squilibrati a favore dei giallorossi. Ma abbandoniamo alla svelta le fantasticherie da accompagnamento, visto che basterebbe ritrovare l'impeto e le intese biancocelesti di Firenze, Treviso ed Empoli per scavalcare Pillon. La lazialità pare diluita da altre faccende che riconducono sempre al desiderio degli ultrà di affrancarsi da Lotito per ottenere un presidente più munifico; un Abramovich in realtà introvabile, chissà dove rintracciabile, per riportare il club di Formello ai fasti cragnottiani. Quando tornerà respirabile l'aria intorno al lavoro di Rossi? Quando le vicende della squadra riprenderanno a prevalere sui veleni, le calunnie e i desideri destabilizzanti? Una cena sociale a casa-Peruzzi, giorni fa, ha tentato di ripristinare un po' di compattezza oltre i problemi dei rinnovi contrattuali, con gli sfoghi di Liverani e Oddo. Tentativo lodevole, nonostante il perdurare del «tutti contro tutti». Qui le settimane volano via avvelenate in un ribadito autolesionismo che nemmeno gli eventuali risultati positivi sanno medicare. Cambierà? Tira brutta aria sul tifo laziale con spaccature senza precedenti e i più inflessibili annunciano che non ci saranno fan al seguito nel pomeriggio veronese, quasi non bastasse il proposito di disertare la curva per Lazio-Reggina. Forse qualcosa cambierà, forse il provvedimento rientrerà qualora il gruppo sorprendesse gli assaltatori del Chievo. I ragazzi gialloblù sul loro campo vantano gli stessi 24 punti dei laziali. Tocca alla Lazio affrancarsi dalle liti e ridimensionare i «giamburrasca» del campionato. Le ferite del derby sono ancora aperte, però non ci si possono permettere ripercussioni negative nel primo incontro di marzo. Arbitrerà Paolo Mazzoleni, da non confondere con il fratello Mario che penalizzò con le sue stravaganti decisioni i ragazzi di Rossi nell'anticipo del 21 gennaio davanti al Cagliari. Quella sera venne fuori un pareggio assurdo con Siviglia e Liverani espulsi. La Lazio delle tribolazioni infinite, cinque punti in più comunque rispetto allo stesso periodo del 2005, continua ad avere fiducia nelle istituzioni. Anche il deferito Di Canio, anche e soprattutto Delio Rossi, che non ha nessuna voglia di tradire Lotito nonostante sirene doriane e palermitane. Così agiscono, nonostante il caos, gli uomini veri.

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