Gilardino e Toni subito a segno, poi le reti di De Rossi e Del Piero. Nel finale gol di Huth
Poker al cuore della Germania, quattro gol, mica uno. Vittoria storica contro un rivale di sempre che si consola nel finale col gol della bandiera. L'Italia di Lippi fa le cose alla grande, umilia i padroni di casa della prossima rassegna iridata, esalta il Franchi finalmente amico. Segnano tutti: Gilardino, Toni, De Rossi e un ispirato Del Piero. Finisce in gloria ed è giusto così perché l'Azzurra, anche senza Totti, brilla di luce propria. Gioca bene, ridicolizza i difensori ospiti, fa stropicciare gli occhi ai tifosi davati alla televisione, annienta l'avversario che si arrende per manifesta inferiorità. Da tredici anni l'Italia non gioca da queste parti: quella volta finì 2-0 contro il Messico poi il nulla. Era il 20 gennaio del 1993, il rapporto tra i tifosi fiorentini e la Figc si era incrinato in modo irreversibile con quei cori ostili nei confronti dell'Italia e dei suoi giocatori. Stavolta è stato tutto preparato alla perfezione: stadio pieno, 35.000 tricolori distribuiti all'ingresso, ingresso in campo delle squadre con tanti bambini per urlare contro il razzismo (peccato solo per i fischi di una parte dello stadio all'inno tedesco), bandiere della Comunità Europea consegnate ai capitani delle due squadre, calcio d'inizio dato da Antognoni bandiera viola e un'ottima partita perché Italia-Germania ha sempre un sapore speciale anche quando si tratta di un'amichevole. La partenza è tutta dei Lippi boys schierati con un 4-3-3 molto offensivo. Orfani di Totti, gli azzurri si appoggiano su Del Piero spingendo molto a sinistra con Grosso, a destra con Camoranesi. Klinsmann, tecnico tedesco e vecchia conoscenza del calcio italiano, si affida a Ballack, unico talento di una squadra povera di tutto. Bastano quattro minuti all'Italia per sbloccare il risultato: punizione liftata di Del Piero, spizzata di Cannavaro, respinta di Lehmann sui piedi di Gilardino preciso nel tap-in decisivo. Centottanta secondi e il raddoppio è servito. Toni, idolo di casa, è puntuale a sfruttare un contropiede condotto dal milanista imbeccato da Camoranesi. Lippi gongola, gli azzurri si trovano a meraviglia anche se con i due lungagnoni Huth e Mertesacker è fin troppo facile trovare la porta. I due centraloni tedeschi sono apparsi impresentabili a certi livelli, più simili a due busti del Gianicolo piazzati lì quasi per caso. Tant'è, l'Italia si infila a ripetizione in contropiede sulle rovine tedesche mentre gli ospiti cercano inutilmente di riprendersi dalla scoppola iniziale. Ci vogliono 24 minuti per assistere al tiro di Deisler respinto di pugno da Buffon mentre il pubblico del «Franchi» si riscalda con una prolungata interrotta solo dal settore tedesco. Gilardino è egoista a non servire Del Piero su un'altra ripartenza fulminante degli azzurri e allora ai tedeschi non rimane che dare calcioni agli avversari (ammonito Frings, Ballack graziato dall'arbitro Huth). Il terzo gol, inevitabile arriva al 40' a certificare la desolante prova degli ospiti: segna De Rossi di testa su sponda di Camoranesi. Quando lo spagnolo Gonzalez fischia l'intervallo, Klinsmann esulta ma lo 0-3 è davvero umiliante per la Germania. Si riparte con un paio di cambi tedeschi (dentro Asamoah e Metzelder) e la certezza che peggio di come ha giocato il primo tempo la squadra che ospiterà i mondiali tra qualche mese è impossibile. In effetti, ci prova la Germania con l'orgoglio che da sempre la distingue ma solo con quello. Tant'è vero che al 13' arriva il sigillo di Del Piero ancora su assist di Camoranesi. Entra Perrotta al posto di Gilardino poi ancora cambi da una parte e dall'altra. Huth trova il gol della bandiera. Finisce in gloria con la banda di Lippi che si ferma per non infierire sull'avversario in confusione. Klinsmann in castigo, Italia a festeggiare senza esaltarsi troppo. Al Mondiale sarà tutta un'altra storia.