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«Troppi giocatori precari Bisogna intervenire subito

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Non andrò mai alla Roma»

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A cominciare dai rinnovi di contratto di Rossi, Liverani, Di Canio e Dabo. Senza dimenticare che il club dei precari annovera anche Pandev e Belleri in comproprietà con l'Udinese oltre a Cribari, Piccolo, Handanovic, Giallombardo, Siqueira, Mauri e Bonanni in prestito. E dopo Oddo che la scorsa settimana aveva chiesto a gran voce di conoscere il progetto, ieri anche Fabio Liverani intervenendo prima a Radio Incontro e poi Radio Radio si è fatto portavoce di un sentimento diffuso all'interno dello spogliatoio: sapere che cosa ci sia domani. Se altri campionati anonimi, oppure la volontà di costruire gradualmente la squadra conservando i giocatori migliori attualmente in rosa: «Prima di firmare voglio sapere il progetto. Io voglio vincere e vorrei vedere un gruppo che possa essere migliorato anno per anno, senza dover ricostruire sempre. Non vorrei che venisse cancellato quanto di buono fatto vedere quest'anno. A 30 anni vorrei togliermi qualche soddisfazione e so che questa squadra non potrà lottare per lo scudetto. D'altra parte se parla Oddo, se parla Peruzzi, se parla Di Canio, se parla Siviglia, se parla Liverani un campanello dovrebbe pure suonare. Qui nessuno vuole il male della Lazio o vuole scappare via. A Formello si lavora bene, non ci sono problemi, c'è solo il punto interrogativo di non ripartire tutti gli anni da zero». Parole chiare dirette al cuore dei tifosi avviliti dopo la sconfitta di domenica sera. Domande ovvie, fin troppo ovvie nel mondo del calcio che però non trovano risposte. Anzi la proprietà continua a rimandare la soluzioni di problemi che sono prioritari per costruire un futuro migliore. Sul discorso contratto Liverani rivede in parte la sua posizione rispetto alle dichiarazione «forti» rilasciate a caldo dopo il derby: «Mi è stato chiesto se avevo qualche veto e ho risposto di no. Poi è naturale che alla Roma non ci andrei, mi sembrava però superfluo dirlo. Per me la squadra giallorossa non è una scelta. È una cosa che veramente non esiste. Poi se per qualcuno è importante che io dica "mai alla Roma" allora lo dico. Sono disposto a fare sacrifici. Rispetto allo stipendio attuale sono pronto ad accettare un 45% in meno, in più spalmando il piano Baraldi. E non è detto che non si trovi una soluzione con il presidente. Sto bene dove sono e la mia priorità è la Lazio. Ma dal punto di vista professionale non posso escludere nulla. La percentuale di restare? È tra il 70 e l'80%. Chiarisco ancora che non voglio investimenti stratosferici ma quantomeno tenere una situazione come quella di quest'anno. E non servirebbe nemmeno spendere chissà cosa, basterebbe solo muoversi nei tempi giusti. Io voglio un progetto che possa continuare nel tempo. A oggi se uno pensa a quali giocatori ci saranno nel prossimo ritiro non sono tanti. C'è quindi la preoccupazione di noi giocatori, che vorremmo toglierci delle soddisfazioni. Ripeto solo che le uscite di certi giocatori sono venute per il bene di questa squadra». La trattativa è ancora ferma, frenetici i contatti tra Alessandro Moggi e la società: possibili sviluppi nelle prossime ore. C'è anche spazio per pensare alla prossima partita: «Ci dispiace parecchio per come abbiamo perso — spiega Liverani — ma d'ora in avanti garantiamo che affronteremo ogni partita come se fosse una finale. Abbiamo perso la prima, ma domenica c'è uno scontro diretto con il Chievo e dobbiamo fare risultato».

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