L'OSSERVATORIO

La domenica di campionato lo ha confermato: direttamente, con la straordinaria presenza in un derby forzatamente disertato, indirettamente per l'impatto che il terribile infortunio sofferto dal capitano ha avuto sulle sanzioni disciplinari che il regolamento ha da sempre imposto e che gli arbitri hanno molto a lungo ignorato. Proprio per le ripercussioni che l'infortunio del romanista potrebbe avere in proiezione mondiale, l'interesse mediatico è stato totale, perché la Roma molto interessa ai tifosi della capitale, la Nazionale invece a tutti gli altri, di qualsiasi fede. Tolleranza zero, si è subito proclamato a gran voce, forse perché il termine è particolarmente suggestivo, anche si sa che tra i messaggi importanti e la fine della loro felice interpretazione in genere non passano più di un paio di settimane. Una se ne è andata, con riscontri numerici che dovrebbero scoraggiare la violenza e la furberia, forse ve se ne sarà un'altra, poi tutto tornerà come prima, fino al nuovo sacrificio della gamba di un campione utile agli interessi nazionali. La stessa cosa era accaduta ai tempi delle crociate contro le trattenute in area, il solo Collina disposto a far rispettare le norme, prima di essere emarginato pretestuosamente. E gli appelli ricorrenti sulla regolarità delle trasformazioni dei rigori? Quanto polverone, quanti tiri dal dischetto ripetuti, ma per lo spazio di un mattino. Domenica se ne è ricordato, a Empoli, il giovane Tagliavento: che ha fatto ripetere il tiro di Almiron, dimenticando però di ordinare un terzo tentativo, visto che la presenza di masse festose in area era stata identica nei due casi. Ma gli appelli alla lealtà e alla tutela dei giocatori, tutti e non soltanto quelli importanti, lasciano il tempo che trovano se poi Roberto Mancini, un ribelle in gioventù e adesso insopportabile piagnone, definisce un'ingiustizia il rosso diretto per Samuel. E se non è quello un intervento da dietro di carattere violento, quando si deve decretare un espulsione, se in mano al sospettato non vengono rinvenute armi da fuoco? Poi, magari, per raggiungere una relativa tranquillità in fatto di risultati regolari, si sarebbe realmente bisogno di meno precarie interpretazioni arbitrali, soprattutto in presenza si interpretazioni teatrali sul campo, sul tipo di quella esibita dall'angioletto biondo della Juve, per altro perdonabile essendo alla prima capriola spettacolare della sua storia calcistica. Tanti brutti esempi, meglio chiudere con un applauso a Roma e Lazio, capaci di amministrare responsabilmente la tensione dell'evento, evitando isterie, atteggiamenti offensivi, focolai di rissa.