L'infortunio di Totti li rende super favoriti
In modo disincatato, senza proclami, con l'umiltà di chi sa di dover inseguire una mirabile impresa. Delio Rossi rimane fedele allo spartito di sempre, non si fa trascinare nel turbine emotivo pre-derby. Toni pacati, eccessi banditi dalla scena: la presenta così, la stracittadina, nonostante abbia capito che non è una partita come le altre. Che emozioni le trasmette la vigilia del suo secondo derby? «Le stesse dell'andata, le emozioni di chi sta per vivere una sfida importante». Come ha preparato la sfida? «Sono soddisfatto. La settimana si è preparata da sola». Pensa che la Roma possa essere condizionata dall'assenza di Totti? «Mi dispiace per Totti. È una partita importante a prescindere da Totti. Sarà ancora più difficile paradossalmente, perché loro daranno di più». Cambierà qualcosa nelle sue scelte rispetto alla trasferta di Firenze? «No. Non cambieremo tatticamente. Anche perché chi lo sostituirà giocherà come lui, anche se non lo so. Per me sarà Mancini a fare le veci del numero dieci». Ha già deciso la formazione? «Ho ancora qualche dubbio. Ho sempre dubbi, in tutti i reparti. Però non sono legati all'atteggiamento degli avversari. Non stravolgerò la squadra in funzione della Roma. La notte porta consiglio». Che pensa della designazione di Trefoloni? «Per me gli arbitri sono come pali della porta. Non ho pregiudizi, dopo la gara se ha arbitrato male lo dirò. Non credo possa essere condizionato». Cosa è cambiato rispetto al derby d'andata? «È cambiato il trend. Loro sicuramente sono in una fase positiva, mentre a ottobre era esattamente il contrario. Sono strafavoriti, vengono da dieci vittorie consecutive. Poi però il bello è che in campo ci si deve andare e si gioca a prescindere da tutto. E noi giocheremo per vincere». La querelle sul rinnovo di Liverani può avere inciso nella preparazione alla partita? «Possiamo fare tante chiacchiere. Però ci parliamo addosso. Non sono deputato io a risolvere certi problemi. Sono cose di pertinenza societaria. Noi pensiamo al campo» E il suo rinnovo? «Adesso penso al derby. Credo comunque che non si possa godere di immunità se si vince la stracittadina derby. E viceversa» Il segreto giallorosso è il modulo? «Vince chi ha bravi giocatori, la tattica conta fino a un certo punto. Può farti vincere una, due partite. Alla fine del campionato però sono i valori a fare la differenza». Con una vittoria la Lazio potrebbe tagliare definitivamente il traguardo della salvezza. «Non credo, servono 43 punti per sentirsi al sicuro. Noi ne abbiamo ancora 38...Per il resto ne riparleremo più avanti». Quanto contano stavolta i tre punti? «Voglio vincere. Ma per la Lazio non per interrompere la striscia di successi giallorossi. È un appuntamento fondamentale però non deciderà il destino di allenatori e giocatori». Ha individuato un uomo derby su cui scommettere? «Sì, ma non ve lo dico».