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Anche senza capitano giochiamo per vincere

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Attacca con un una novità il tecnico giallorosso nella caldissima vigilia del derby numero 126 della capitale. «Solo qui succedono queste cose — spiega Spalletti — il derby è come una finale all'interno del campionato. Meriterebbe un trofeo a parte». L'idea non è malvagia visto quello che è successo ieri a Trigoria. Il tecnico ha assistito a un bagno di folla mai visto, il popolo romanista è con lui, con la squadra. Lui guarda quasi attonito, ma ormai è calatissimo nel personaggio. Tutti in ritiro quindi, cercando però di stemperare la tensione. «Fosse per me — dice il tecnico — giocherei il prima possibile la sento eccome, questa attesa, e le ore che mancano alla gara pesano. Ma fa parte del gioco. Questa è una partita importante, una finale nel campionato. Sia qui tra noi sia alla Lazio ci sono parecchi giocatori romani che trasmettono questa attesa De Rossi, per esempio: sono convinto che non dorme da tre giorni. Basta guardarli in faccia per capire come stanno. A Daniele servirebbe una pasticca grande come il copertone della ruota di un camion per alleggerire la pressione». Inutile dire che l'assente illustre di questa gara sia capitan Totti che ieri comunque è andato a Trigoria ma è poi tornato a casa a dormire (tornerà col gruppo questa mattina). «I giocatori sono strani — scherza Spalletti — ora sembra che Francesco abbia addirittura più voglia di quando era presente e si poteva allenare. Si è parlato troppo del suo infortunio? Un giocatore come lui desta sempre un pò di invidia. Ma non ci siamo mai lamentati, nessuno di noi ha mai pensato che senza di lui questa Roma smetterà di giocare....». Di Canio ha detto che Totti gli mancherà e ha rincarato la dose di pressione in vista del match di questa sera: Spalletti fa spallucce. «E noi saremo in undici, uno sopra l'altro, una lunga fila — spiega il toscano tornando sull'importanza del gruppo giallorosso — perché questa squadra è unita e dobbiamo stare attenti a come viviamo questa partita altrimenti rischiamo di bruciare energie importanti: dobbiamo gestire bene la tensione. Se avessi potuto avrei lasciato a casa i giocatori invece di portarli in ritiro. Ma se poi qualcosa va male ti dicono che hai sbagliato scelte». Invece tutti «chiusi» a Trigoria cercando di stemperare la tensione e pensando alle ultime uscite collettive. «Ci alleneremo, poi la Messa, una partita a biliardo e la partita di questa sera in tv. Tutto come sempre. L'altra sera invece siamo andati da Francesco, per passare una serata diversa. Lui è stato contento». In campo stasera due squadre divise da tredici punti in classifica. «Sono tanti, vuol dire che la Lazio ha fatto bene e noi benissimo. Questo mi da la possibilità di dire bravi ai miei». Ma la sfida cittadina, gli sfottò e la pressione accumulata per questa gara non devono far perdere di vista alla Roma gli obiettivi primari: il quarto posto in campionato e l'ambito record. «È una partita importante — conferma — perché c'è la possibilità per noi di arrivare a quota undici vittorie». Inutile provare a chiudere a Spalletti se è meglio vincere o non perdere questa gara. «Che domanda... la risposta è facile, vincere».

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