Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

I due grandi obiettivi di Behrami

default_image

  • a
  • a
  • a

Tono sincero, parole discrete, sussurrate con l'umiltà di chi s'è costruito un sogno con la guerra praticamente dentro casa. Dal Kosovo sotto assedio a Roma, una caterva di ricordi ammucchiati e di palloni da inseguire e da far rotolare in rete. Corre, tanto e bene, Valon. Per questo è diventato Behrami, la freccia bionda che ha stregato Rossi e conquistato la Lazio. Ha solo vent'anni ma a dispetto della carta d'identità dimostra personalità e trasmette certezze. La Lazio ha investito un patrimonio per prenderselo tutto: circa 6 milioni e tanti saluti ai «paletti» e a chi ha cercato di inserirsi nella trattativa con il Genoa. Nel frattempo lui si è anche tolto la soddisfazione di entrare nella storia, scegliendo il passaporto svizzero e consegnando agli elvetici il gol del 2-0 nella sfida contro la Turchia, in sintesi una fetta di qualificazione a Germania 2006. Lui scuote la testa e si racconta. Prima d'un derby che vuole vivere da protagonista, nonostante qualche ammaccatura rimediata in settimana. Come sta vivendo la vigilia della seconda stracittadina? «Ho la tensione giusta, sono consapevole di quanto sia importante questa partita». Che emozioni le ha regalato la prima sfida contro la Roma a ottobre? «Sensazioni uniche. Me lo avevano descritto ma la bolgia e l'atmosfera che si respirano sono davvero speciali. Non è una partita come le altre e poi i tifosi sono eccezionali». Sogna un gol ai cugini? «Domenica ho realizzato la prima rete con la Lazio ed è stata già una bella emozione. Ci ho pensato a un gol nel derby ma non è un'ossessione. Ragiono per il gruppo, vogliamo vincere». Come vi sta caricando Di Canio? «Paolo ci dà l'esempio con il lavoro. Ci ha spronato ma cerchiamo di parlare il meno possibile. Meno parli e meglio è. Lo faremo sul campo, a modo nostro». Chi sarà l'uomo-derby? «Liverani. Se gira lui siamo a posto, è il nostro motore. È l'uomo in più. Tutto dipende da lui». Dove può arrivare questa Lazio? «Lontano se rimaniamo uniti e umili, come abbiamo dimostrato ultimamente anche a Firenze. Si, possiamo arrivare in Uefa». Si sente nuovamente al top dopo l'infortunio rimediato a dicembre nello scontro con Cannavaro? «Sì, ora sto bene. Ho passato due mesi difficili, in cui ho sentito anche dire cose false sul mio conto. Stavo male e c'era di mezzo anche il mercato. Ora è tutto finito, sono contento». Ha mai avuto la sensazione di poter lasciare la Lazio? «No, anche perché avevo espresso il desiderio di rimanere. Di più in questo momento non posso avere. So di non essere ancora all'altezza di certe squadre. Voglio crescere nella Lazio e con la Lazio. Tra poco saremo una grande squadra e io magari avrò conquistato un ruolo di primo piano». C'è stato un compagno che ti ha aiutato a inserirti nel gruppo? «Sono stati tutti bravi con me, anche se Zauri mi è stato vicino quando sono arrivato e anche recentemente, quando mi sono infortunato. Siamo un bel gruppo, davvero». Un giudizio su Delio Rossi? «Mi trovo bene con lui, mi sta facendo crescere anche tatticamente. È un tipo che parla poco, a volte tende a minimizzare quello che di buono facciamo noi giovani. Però ho capito perché lo fa: per non farci montare la testa per farci rimanere con i piedi ben piantati a terra». Sta già pensando al Mondiale? «Sinceramente non tanto. Prima voglio fare bene con la Lazio, poi spazio a Germania 2006. Non mi sento un titolare della Svizzera, davanti ho gente più esperta. Quando sarà il momento però cercherò di fare il massimo». Chiudiamo con il derby. Il suo pronostico? «Non faccio pronostici, so che daremo il massimo per regalare una gioia ai nostri tifosi. Questa Lazio sa combattere. Speriamo di far divertire la gente». Torna a correre, Valon. Rossi annuisce. E ci scommette a occhi chiusi. Il futuro gli appartiene.

Dai blog