I medici: ce la può fare. La caviglia era già lesionata In clinica la visita di Sensi, Berlusconi e Veltroni
Ma la forza e la lucidità con la quale Totti sta affrontando il momento più difficile nella vita di un calciatore sta stupendo anche chi lo conosce da tanti anni. «Voglio fortissimamente il Mondiale — ha detto ieri il capitano ancora ricoverato a Villa Stuart — e, se per questo, anche la finale di Coppa Italia e Coppa Uefa con la Roma: ma non rischio la salute, quella viene prima di tutto. I medici hanno detto che ci vorranno tre mesi ma io spero di rientrare un po' prima». Il messaggio del capitano è chiaro: in Germania ci vuole essere, ma senza correre rischi inutili. «La mia, più che una promessa, è una speranza: vado al Mondiale solo se ho recuperato pienamente. Ringrazio tutte le persone che mi sono venute a trovare. Mi sono emozionato». Totti ha raccontato il momento del suo infortunio. «La caviglia ha fatto "giacomo giacomo" ma non ho sentito alcun dolore. Il fallo — spiega — non era cattivo, sono gli episodi che possono causare questi incidenti». Vanigli era già stato perdonato domenica notte: nella telefonata tra i due giocatori è stato Totti a tranquillizzare l'altro. «So che il mio avversario ha pianto e quando l'ho sentito gli ho detto di non preoccuparsi. Però ho aggiunto: "te potevi pure fermà prima"...». L'attaccante azzurro, spiritoso come nei giorni migliori, pensa già a come rientrare in campo il prima possibile. «Domani (oggi, ndr) torno a casa — dice a Radio 2 — e dopodomani inizio la fisioterapia». Il conduttore e amico Fiorello scherza sull'anestesia: «È come farsi un cannone?» chiede a Totti. «Non non lo so perché non ne ho mai fatti» replica. Nella giornata dopo l'intervento il centralino di Villa Stuart è andato in tilt: arrivano centinaia di chiamate per il capitano. Nel via vai di visite spiccano quelle del premier Berlusconi, accompagnato dal sottosegretario Letta, del presidente Franco Sensi e del sindaco Veltroni. «Spero — ha detto Berlusconi — possa rimettersi presto in vista dei mondiali. Tutti i tifosi romanisti vogliono che torni, come lo vogliono tutti gli italiani». Il presidente del Consiglio è rimasto dentro la clinica per circa venti minuti. «L'ho trovato molto positivo — racconta Berlusconi — e convinto di andare in Germania». Veltroni crede che quando il giallorosso tornerà farà grandi cose. «Lui è figlio di Roma — dice il sindaco — e tutta la città gli vuole bene e gli accarezza la gamba». Ieri Totti si è svegliato molto presto. Voleva tornare a casa perchè aveva un impegno familiare importante ma i medici glielo hanno sconsigliato. «Come si è svegliato — racconta il dottor Brozzi, medico sociale della Roma — mi ha chiesto un vasetto di Nutella, perchè voleva riprendersi qualche dolcezza della vita. Domenica sera, quando si è risvegliato dopo l'operazione, mi ha chiesto di mangiare un pezzo di pizza». Anche Brozzi si dimostra fiducioso sul recupero di Totti per il mondiale. «Una frattura recupera in 45 giorni, noi ce ne siamo dati altrettanti per tornare in campo. Al Ghana mancano 113 giorni e lui con la placca potrebbe giocare senza problemi». Il medico che lo ha operato rassicura ancor di più l'Italia calcistica sulla integrità del giocatore più rappresentativo del nostro Paese. «Incrociando le dita — spiega Mariani nel secondo bollettino medico — penso che Totti tornerà ad essere Totti. Ci sono mille pressioni dietro le nostre spalle ma il sottoscritto, il giocatore, Brozzi e il preparatore Scala si sono prefissati una meta: portare questo ragazzo al mondiale. Certezze? Quelle non le può dare un chirurgo, non sarebbe serio». In mattinata Mariani ha svelato un retroscena dell'operazione. «Quando abbiamo aperto si è visto che il compartimento interno, e quindi i legamenti, erano particolarmente rovinati: indice di una violenza particolare nel trauma. Ma la stessa risonanza dimostrava delle lesioni croniche precedenti all'infortunio». Totti tornerà venerdì a Villa Stuart per le medicazioni. Tra un mese gli verrà rimossa la vite utilizzata per stabilizzare la tibia con il perone. Solo allora il capita