di FEDERICO BERNARDI MESSINA — Dal «San Filippo» di Messina esce una Juventus stordita.

Così non è stato. I bianconeri, meno brillanti e compatti del solito, hanno dato proprio l'impressione di aver la testa già proiettata alla Champions, facendosi schiacciare da un Messina brillante e determinato. Che ha meritato il pareggio. Un pareggio arrivato, tra l'altro, a pochi minuti dal termine: cosa insolita per i bianconeri, abituati, una volta centrato il vantaggio, ad amministrarlo senza problemi. Problemi che adesso spuntano all'orizzonte, soprattutto in un reparto arretrato risultato insicuro e lento. La Juventus si presenta a questa trasferta siciliana priva di Chiellini, Zalayeta e Zambrotta e con un Trezeguet non al meglio. Se i bianconeri devono fare a meno di tre elementi, i giallorossi sono un exemplum di decimazione: indisponibili uomini fondamentali come Storari, Di Napoli, D'Agostino, Muslimovic e Parisi. Mutti è costretto ad affidarsi ai nuovi acquisti Floccari e Nanni per l'attacco e allo sconosciuto Caglioni tra i pali. Passando alla gara, la Juventus si fa pericolosa già dopo un minuto e mezzo con lo stacco aereo di Cannavaro che termina sopra la traversa. A seguire, il colpo di scena che nessun spettatore del «San Filippo» si aspetterebbe. Donati, con un passaggio che taglia come il burro la difesa bianconera, pesca Floccari che batte Buffon grazie a un preciso diagonale. Per l'ex attaccante del Rimini, primo sigillo in Serie A. I bianconeri sembrano scossi e, all'ottavo, rischiano il doppio svantaggio: altra disposizione maldestra della difesa di Capello che concede a Nanni il tu per tu con Buffon. Stavolta il numero uno della nazionale si supera sulla conclusione della punta argentina con un perfetto intervento in uscita. I campioni d'Italia si rifanno vivi dalle parte di Caglioni intorno al 13': Camoranesi estrae dal cilindro un magnifico assist di tacco che meriterebbe miglior sorte rispetto al piattone di Ibrahimovic che va a morire in curva. Ma lo svedese, non nuovo a gare in cui le sue giocate assomigliano all'andamento Nasdaq, si riscatta cinque minuti dopo: magnifica azione bianconera costruita da Del Piero, Camoranesi e Nedved e conclusasi al meglio con la rasoiata di Ibra che non lascia scampo all'estremo difensore giallorosso. Sospiro di sollievo per Capello che cominciava a innervosirsi: il movimento ondulatorio della mascella del tecnico bianconero diceva già tutto. Dopo il pareggio juventino, il match si addormenta a centrocampo fino al primo rientro negli spogliatoi. Un primo tempo a due facce: straripanti di bel gioco e di intensità i venti minuti iniziali, noiosi e mediocri i restanti. Anche la ripresa ha lo stesso inizio del primo tempo. Frizzantissimo. Infatti, passati solo novanta secondi, Del Piero per un nonnulla non azzecca la prodezza personale: classico destro a girare di Pinturicchio che termina di poco a lato. La Juve non si abbatte e, al 50', sfiora nuovamente il vantaggio. Assist di Camoranesi sul quale non arrivano nell'ordine Emerson, Vieira e Cannavaro. Proprio il capitano azzurro, sul ribaltamento dell'azione, commette fallo su Rafael costringendo Farina a mostrargli il doppio giallo. Juve in dieci. Capello decide così di togliere Del Piero(discreta la sua prestazione) a favore di Thuram. Il francese non fa tempo ad entrare in campo che il Messina arriva ad un pelino dal vantaggio. Scambio tra Nanni e Floccari che manda in confusione la difesa bianconera che, però, alla fine, anche grazie all'aiuto di Buffon, riesce a rimediare. Le emozioni, dopo una pausa di venti minuti, tornano a bussare al cuore degli spettatori al 30': Ibrahimovic viene steso non si sa quanto volontariamente da Aronica in area di rigore, Farina fa continuare. Il direttore di gara non ha dubbi però pochi minuti dopo, concedendo il penalty ai bianconeri per un fallo tanto netto quanto ingenuo di Rafael su Ibrahimovic. Dal dischetto si presenta Mutu che non sbaglia. La rete del rumeno è vista da tutti come il sigillo sull'ennesima vittoria bia