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Juve, prove tecniche di turn over

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A centrocampo Giannichedda-Blasi, in attacco Del Piero-Trezeguet

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Mentre la società prosegue la sua battaglia con l'Inter e i suoi tesserati e chiede l'intervento della Figc per le dichiarazioni anti-Moggi di Figo scatenando l'indignazione di Moratti, Capello pensa solo al campo. Con dodici punti di vantaggio sulle seconde per il tecnico della Juve è partita ufficialmente l'operazione Champions: studiato a tavolino il progetto in tempi non sospetti: aumentare il vantaggio il più possibile per arrivare ai mesi decisivi con la possibilità di potersi concentrare sul vero obiettivo stagionale, la finale di Champions a Parigi. Da ora in avanti Capello amministrerà con oculatezza tutta la rosa, cercando di preservare i migliori per le sfide decisive in Europa. Non ha perso tempo il tecnico bianconero e già oggi, alla ripresa degli allenamenti dopo due giorni di riposo, ha «torchiato» la squadra per due ore intense di lavoro in cui ha provato schemi e tattiche. Nell'anticipo di sabato contro il Messina potrebbe scendere in campo una Juve-2 con molti titolari tenuti a riposo per la gara di mercoledì con il Werder Brema. Le prove tecniche di turn-over Capello ha cominciato a farle oggi, facendo disputare due partitelle. L'idea è quella di recuperare Zebina, che dovrebbe giocare terzino a destra, con Chiellini a sinistra mentre al fianco di Thuram potrebbe agire Kovac. Rivoluzione anche a centrocampo: Capello ha provato tra i titolari la coppia Giannichedda-Blasi, con l'idea di dare un turno di riposo a Vieira ed Emerson, mentre in attacco Del Piero potrebbe tornare titolare al fianco di Trezeguet, anche se l'attaccante francese ha lasciato il campo zoppicando dopo essere inciampato da solo nella parte finale della partitella. Per lui sospetta distorsione alla caviglia, quindi è possibile che con il Messina lasci il posto ad Ibrahimovic. Dopo l'allenamento il previsto fuori-programma per Capello che ha commentato per la Rai la partita di hockey tra Italia e Canada, vinta per 7-2 dai canadesi, con passione e competenza (retaggio della sua esperienza da dirigente del gruppo sportivo Mediolanum che tra i vari sport annoverava anche i Diavoli Rossi di hockey). Interventi misurati, qualche giudizio tecnico, un pizzico di tifo per i colori azzurri: «Mi sono divertito - ha detto - penso che l'Italia abbia fatto quello che poteva e che doveva. È stato bellissimo vedere i campioni del mondo. Mi ricordavo partite di hockey diverse, al freddo, non con questo calore e non con questo pubblico visto oggi al Palazzetto». In questo sport fanno vedere subito i replay dei falli e nessuno protesta, che differenze rispetto al calcio... «Sì, ma ci sono anche delle scazzottate. L'allenatore del Canada, poi, deve avere detto qualcosa ai suoi dopo il primo tempo perchè non poteva finire solo 1-0 per loro». C'erano più di 8.500 spettatori sugli spalti, numeri insoliti per l'hockey. «Non è strano, sono le Olimpiadi, no?». Cosa l'ha impressionato di questo sport? «Il fisico e la tecnica». Cosa può prendere il calcio dall'hockey? «Bisogna far girare il disco anche qui, bisogna muoversi nel più breve tempo possibile e sapersi spostare».

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