dall'inviato FABRIZIO MARCHETTI BRUGES — Roma schiacciasassi.
Spalletti fa festa, e dopo le nove perle inanellate una dietro l'altra in campionato, mette l'ipoteca sul passaggio ai quarti di Coppa Uefa. Nella folcloristica Bruges finisce 2-1 per i giallorossi, al termine di una partita giocata per circa un'ora dieci contro undici, scacciando la leggenda metropolitana che parlava di squadra ormai logora e con la lingua di fuori. La Roma tira invece fuori dal cilindro risorse inaspettate, dimostra d'avere un'identità ormai definita, soffre e colpisce a tempo, proprio come le grandi squadre. Riduce a una formalità la gara di ritorno che si disputerà tra sette giorni all'Olimpico, anche se dovrà ovviare alle assenze, per squalifica, di De Rossi e Dacourt. La cronaca della missione belga parte dal turn-over in vista dell'Empoli, che risparmia Doni, Chivu, Aquilani, Taddei e Totti: Dacourt compone la diga mediana in coppia con De Rossi, Tommasi veste i panni del vice-Taddei, Curci si piazza tra i pali. Poi i grandi rientri: Montella e Kuffour. La partenza non è di quelle che rimangono scolpite nella memoria. Ritmi blandi e occasioni col contagocce, anche se quando affondano, i giallorossi, danno la sensazione di poter colpire da un momento all'altro. Capita così che un triangolo a velocità supersonica sull'asse Tommasi-Perrotta-Mancini venga dilapidato dal brasiliano per colpa di un dribbling di troppo. Roma più organizzata e tecnica, il Bruges fa leva sull'orgoglio e sul fattore casalingo. L'esuberanza belga è racchiusa in un esiguo fazzoletto di primo tempo. Al 14' Balaban ci prova con una punizione che si spegne sul fondo, l'occasione più solare capita al 20' a Portillo ma Curci è bravo e reattivo a chiudere lo specchio della porta all'attaccante. I sette minuti di sterile supremazia dei padroni di casa finiscono in archivio e neanche il rosso sventolato sotto il naso di De Rossi, che si fa cogliere in autolesionistico gioco violento su Vermant, fa pendere la bilancia dalla parte degli uomini di Ceulemans. Spalletti scuote la testa davanti al gesto del mediano azzurro, poi piazza Perrotta accanto a Dacourt e chiede ai suoi di ripartire. E in effetti non è che la musica cambi. Il Bruges sembra anzi più ingolfato, quasi disorientato dalla necessità di dover approfittare della superiorità numerica. Quindi succede che la Roma trovi il vantaggio in modo rocambolesco. Mancini difende bene una palla sulla trequarti e cambia fronte per Panucci, che alza lo sguardo e mette in mezzo, dove trova la testa di Vanaudenaerde che nel tentativo di liberare la butta alle spalle di Stijnen, nel frattempo subentrato all'infortunato Butina. Il Bruges cambia nella ripresa, fa entrare il colored Ishiaku per dare più sostanza all'attacco, la Roma mantiene le posizioni e Montella ne approfitta per dare un saggio delle sue qualità. Costringe al fallaccio Vermant, si produce in un dribbling da fermo davvero notevole, poi lascia spazio a Taddei. I belgi trovano l'1-1 in modo fortuito, con Portillo, che prima travolge come un tir Dacourt, con la complicità del fischietto russo, poi scarica alle spalle di Curci, coperto da Mexes. L'illusione dura solo un quarto d'ora, il tempo di riordinare le idee e far breccia nella permeabile e, a tratti imbarazzante, difesa belga. Sugli sviluppi di un angolo Mexes prova la conclusione al volo che diventa una svirgolata per Mancini, abile a rimettere al centro per il cucchiaio ravvicinato e vincente di Perrotta sulla vana uscita di Stijnen. Chiude il palo di Portillo a Curci battuto, ma lo spavento non rovina la festa giallorossa.