«Sono quello degli anni magici»
Luciano Moggi intona «per fortuna che c'è Alessandro». Inteso come Del Piero, certamente. Eroe juventino, ancora una volta. Hai voglia a darlo per finito, ormai inaffidabile per gli alti livelli del campionato italiano e della Champions League. Lui va avanti per la sua strada, gioca quando gli viene concesso e segna. Spesso e volentieri. Con Capello, è stata battaglia per i primi mesi: poi, pur senza avere mai siglato la pace vera, i due hanno imparato a rispettarsi e magri anche ad ammirarsi. I titolari sono Ibrahimovic e Trezeguet, su questo non ci piove: siccome però gli impegni della Signora sono molti e variegati, ecco che anche il signor Del Piero può ritagliarsi i suoi spazi e prendersi le sue brave soddisfazioni. Non da poco, anche. L'anno scorso ha messo la firma sullo scudetto, guarda caso a Milano contro la squadra di Ancelotti, servendo un assiet al bacio sulla testa di Trezeguet: rovesciata volante, vittoria della Juve e tricolore in arrivo sul primo binario. Due giorni fa, sempre dalle parti del Duomo, ha chiuso la porta in faccia alle speranze di rimonta dell'Inter. Sono così saliti a otto i gol decisivi di Pinturicchio in questa stagione. Pochi? Non proprio. Moggi lo esalta: «Quel gol sarà da ricordare nella storia del calcio. Forse è proprio quella l'emozione che più mi è rimasta dentro. Dimostra, se ce ne fosse bisogno, quello che io ho detto all'inizio del campionato, quando tutti lo criticavano: alla fine direte tutti "meno male che c'è Del Piero". Lui è sempre stato un campione». Solo che, va detto, a un certo punto non stava più rendendo come gli capita ultimamente. Capello, con i suoi modi burberi ma evidentemente redditizi, deve avergli fatto capire che qualcosa andava cambiato: magari meno quantità ma più qualità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 16 gol in 31 presenze quest'anno, quattro reti segnate entrando a partita iniziata e il popolo juventino ai suoi piedi. Lui se la gode, eccome se se le gode. Dal suo sito Internet, sprizza felicità: «Ce la siamo giocata fino in fondo, abbiamo spinto per la vittoria e il nostro grande merito è stato crederci. Ora dobbiamo restare con entrambi i piedi bene a terra e lottare al massimo per scudetto, dove le avversarie non demordono (vedi Roma e Milan), e Champions. Sono tornato quello degli anni magici. Sono un Del Piero diverso. Ho molta più serenità. Dipende da una serie di fattori: certo il matrimonio e la vicinanza di Sonia, ma anche la comprensione che un attaccante oggi non può giocare sempre. Così sono rinato». Intanto il Cda della Juve ha chiuso con un risultato positivo di 2,1 milioni di euro l'ultimo semestre.