Mancini euforico
«È più bravo di Capello Cura meglio la tattica»
Dopo mesi difficili, trascorsi tra voci di mercato e seri problemi familiari, ora Mancini sta contribuendo al momento fantastico della squadra di Spalletti. Un tecnico che lo ha voluto trattenere a tutti i costi in maglia giallorossa. Mancini ricambia la stima mettendo il tecnico di Certaldo un gradino sopra l'"amato" Capello. Come si spiega la sua trasformazione degli ultimi mesi? «Sono cresciuto molto come persona per tutto quello che ho sofferto. Sto riuscendo a fare delle buone cose in campo e dò una mano alla squadra. Ho risposto sul campo a quelli che dicevano che fossi finito». Domenica a Siena la squadra è apparsa sottotono. «Abbiamo avuto un calo fisico perchè sono quaranta giorni che giochiamo di continuo. Poi la squadra non ha giocato molto bene perché non era concentrata come nelle altre partite. Se vogliamo raggiungere il quarto posto questo non deve succedere. Pensiamo a raggiungere la Fiorentina, a vincere più partite possibili e a portare la Roma in Champions». La stupisce aver segnato tutti questi gol? «Sono gli stessi numeri del mio primo anno a Roma. Mancano 13 partite, spero di superare questo record. Sto prendendo gusto a fare gol». Le piace Spalletti? «È un grande allenatore con ottime idee. Lo considero una persona importante per me perché mi è sempre stato vicino nei momenti brutti. Devo solo ringraziarlo». Che differenza c'è tra lui e Capello? «Sono due allenatori simili nella gestione del gruppo. Ciò vuol dire che quando ti alleni devi sempre dare il cento per cento. A livello tecnico Spalletti cura di più la parte tattica». Mancini vuole rimanere a Roma? «Il mio futuro è qui perché ho tre anni di contratto. Poi vediamo che succederà. Da quando sono arrivato il mio pensiero è sempre stato quello di non cambiare squadra». Allora perchè è stato a Milano nel penultimo giorno di mercato? «Per chiarire alcune cose con Pradè e Veloz. È lui il mio procuratore e non Raiola. Ero dall'altra parte della città rispetto all'albergo del calciomercato. I dirigenti della Juventus non erano presenti e non volevo andare via dalla Roma. Il mio manager stava lì e mi ha voluto vedere con Pradè». Di cosa si è parlato in quell'incontro? «Argomenti riguardanti il mio contratto. Si è parlato soltanto di soldi e non di una mia cessione. Ora non ho voglia di scendere nei particolari perchè di queste cose parla solo Veloz. Mi sono arrabbiato perché doveva restare un incontro segreto». Cosa risponde a Moggi che disse di averla lasciata alla Roma? «A me nessuno ha detto niente e neanche al mio procuratore. Sono soltanto dicerie. Mi ha dato fastidio che si sia detto che volevo andare alla Juventus o in altre squadre». Si aspetta che vengano mantenute le promesse sull'adeguamento del suo contratto con i giallorossi? «Spero di sì perché questa è una società seria e vuole fare il bene della Roma». Non è vero quindi che Mancini aveva gli occhi tristi perché voleva andare via? «Ero triste per il motivo familiare che tutti sapete. Quando sono stato in Brasile, per un momento ho pensato di non tornare più. Poi mi sono fatto forza e ho deciso di guardare avanti. Comunque sono partito soltanto per stare vicino alla mia famiglia e non per le pressioni dell'ambiente». Ci pensa al Mondiale? «A chi non piacerebbe giocarlo? Spero di continuare così e convincere il ct». Qualcuno si chiede perché non partecipa mai al girotondo di fine partita. «L'atmosfera all'interno della squadra è buona, è inutile parlare di queste cose soltanto per destabilizzare l'ambiente. Io sono abituato a tornare negli spogliatoi subito. E questo non è un problema». Ha sentito recentemente Cassano? «Sì, ma io di lui non voglio parlare. Mi dispiace che non giochi ma deve stare tranquillo perché è forte».