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«La stracittadina sarà la battaglia finale da tifoso in campo. Incontroi reduci dei lager poi quelli delle foibe»

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Di Canio pensa al derby, lo sente, lo vuole. Vincere, chiaramente. Come fosse una finale. E non gioca a nascondino. «Penso solo alla sfida con i giallorossi. È quella l'unica importante. Speriamo di essere all'altezza di quello che voi farete sugli spalti», enfatizza con orgoglio dai microfoni de «La Voce della Nord», in un rapporto d'osmosi con la Curva che travalica anche la missione messa lì in mezzo, quasi a dispetto, dal calendario, cioè la trasferta di Firenze. L'attaccante non usa mezzi termini. «Dobbiamo giocare bene contro la Fiorentina, ci mancherebbe, cercando anche di ottenere un buon risultato perché la salvezza non è acquisita. Però, anche se dovessimo perdere 7-0, uso un'esagerazione, l'importante è che si onori la stracittadina. Per noi sarà come una finale, non c'è dubbio, la partita dell'anno». Sull'esclusione contro l'Udinese: «Stavo bene, voglio subito precisarlo. È stata una scelta tecnica, non credo che Rossi possa essere condizionato. La differenza con l'anno scorso è che c'è un allenatore che risponde delle decisioni prese. Ho incitato la squadra dalla panchina, mi sarebbe piaciuto trasmettere questa grinta in campo perché mi sento il bene della Lazio». Sul contratto: «Ragiono così: ogni partita che passa è una in meno con questa maglia ma non ne faccio un problema. Ho già dimostrato in campo di poter ancora giocare qualche stagione, ecco perché chi poi dovrà giustificare la mia partenza, non potrà farlo alzando perplessità sul mio stato fisico dicendo che sto male. Sarebbe una presa in giro. A Palermo ho giocato da guastatore su Corini, figuriamoci». Sull'incontro di giovedì in Campidoglio con i reduci dei lager: «Sarò presente, come tutti i miei compagni, ci mancherebbe. Mi farò portavoce, con il sindaco Veltroni, di un incontro analogo con i superstiti delle foibe. Non esistono morti di serie A e di serie B». Attacca Cantona: «Ha detto che non pagherebbe il biglietto per vedere Di Canio? Sono lusingato che uno come lui parla male di me perché non può essere un esempio per nessuno». Sugli obiettivi della Lazio: «Aspettiamo Firenze e il derby, poi vedremo se inseguire qualcosa di più». Non ci sono novità, né tantomeno segnali sul suo rinnovo: la società ha altre priorità. Quella di Paolo Di Canio si chiama soprattutto Roma. Anche Massimo Oddo pensa alle prossime due partite: un gol su tre della Lazio porta la sua griffe. Due reti, su rigore, e otto-assist-otto, roba da rifinitore. Un bottino di rilievo se incastonato nei 31 gol messi a segno dalla Lazio in campionato. È il prolifico score del laterale. «Il mio primo compito è di difendere e di coprire la mia fascia, poi viene il resto». L'esterno suona la carica: «Ci riprenderemo. Viviamo un momento molto particolare, paghiamo la stanchezza di tante partite in pochi giorni e l'assenza di giocatori importanti. Sono convinto che riusciremo a riprenderci e a riproporre trame piacevoli, come accadeva fino a qualche tempo fa». Sui «nuovi» Mauri e Bonanni: «Sono buoni giocatori, ci daranno sicuramente una mano. Devono solo inserirsi nei meccanismi, perché quest'anno abbiamo uno spartito preciso, che prevede movimenti preordinati in campo. È una questione di tempo». Infine il sogno Mondiale: «È il mio obiettivo, non c'è che dire. Lo ripeto, devo fare bene nella mia squadra per convincere Lippi e andare in Germania». Rossi è già convinto, a Di Canio basterebbe un assist come quello che l'ha mandato in gol contro il Cagliari.

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