Trasferta rischiosa nonostante i numeri
Però il calendario continua a mostrare alla Roma la sua faccia meno arcigna, anche in considerazione della visita dell'Empoli all'Olimpico tra otto giorni dopo il mercoledì di Bruges: ulteriore possibilità di respirare prima che intervengano, a seguire, il derby e poi la visita dell'Inter, appuntamenti di ben altro spessore. Ventiquattro punti in otto gare hanno modificato profondamente non soltanto la classifica, ma anche l'umore della squadra e della piazza, così che oggi saranno in molti, nonostante la ridotta disponibilità del vecchio Rastrello, a sostenere con fiducia tentativo di una nuova impresa. Non impossibile, certo, in relazione a quanto la Roma sta esprimendo come potenziale offensivo e vocazione allo spettacolo, però sicuramente trasferta insidiosa, nonostante il Siena allinei nella sua classifica cifre identiche per i confronti esterni e quelli interni. Chiaro che, con il peso che tradizionalmente si attribuisce al fattore campo, la squadra toscana sembra esprimersi al meglio lontana da casa; ma quella con la Roma, forse la squadra più in forma del campionato, è una gara interna anomala, senza tentazioni di assalto all'arma bianca per compiacere l'amore del tifo. Dal punto di vista tattico si impone una considerazione curiosa: fuori Bodgani, l'albanese che ha firmato le più belle imprese recenti dei toscani, De Canio sarà probabilmente propenso a specchiare la sua formazione in quella avversaria, con Chiesa unica punta di ruolo, sorretta dalla fantasia di Locatelli, e tanti centrocampisti abili negli inserimenti. Al di là delle difficoltà ambientali, riscontrabili soprattutto nelle anguste dimensioni del terreno di gioco, non si può negare che, a parità di atteggiamenti tattici, sia di più alto livello la qualità dei romanisti, ai quali sembra logico assegnare il ruolo di favoriti, per altro da nessuno particolarmente gradito. In più, la scaramanzia induce il tifo giallorosso a esorcizzare lo spettro di quella legge dei grandi numeri che la lunga striscia di vittorie inevitabilmente evoca. Con il ritorno di Chivu, andrà in campo, sempre che Panucci recuperi la condizione migliore, la Roma con l'abito della festa: con quella formazione, cioè, che ha entusiasmato anche gli osservatori neutrali. Nella speranza che le caviglie di Francesco Totti non soffrano ulteriori oltraggi: anche in chiave mondiale, naturalmente, ma la popolo romanista interessa di più l'attualità.