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Nel secondo turno del «Sei Nazioni» di rugby gli azzurri danno filo da torcere all'Inghilterra

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Nelle parole del team manager azzurro Checchinato c'è la sintesi più esauriente per descrivere lo stato d'animo della nazionale italiana dopo la sconfitta subita dall'Inghilterra nel secondo turno del Sei Nazioni. Sul risultato finale, 16-31, pesa, è bene sottolinearlo, un errore di orgoglio e presunzione giunto in pieno recupero che è costato 7 punti gratuiti. A tempo scaduto l'arbitro, l'ottimo neozelandese Deaker, assegna una punizione agli azzurri nei loro 22 metri con il punteggio sul 16-24. Logica vorrebbe che Pez calci l'ovale fuori decretando la fine delle ostilità, ma gli italiani vogliono segnare e, con 90 metri di campo da percorrere, organizzano una ripartenza che isola Nitoglia all'estrema destra. Dopo il placcaggio l'ala azzurra libera l'ovale e per Simpson-Daniel è un gioco da ragazzi raccogliere e planare in meta. Peccato. Fino ad allora l'Italia ha offerto una prova notevole eseguendo per larghi tratti ciò che Berbizier aveva chiesto alla vigilia: lucidità nelle scelte, mantenimento dell'iniziativa, voglia di combattere. Nel primo tempo l'Inghilterra punta forte sulla mischia cercando di travolgere fisicamente le difese azzurre, ma la grande prova difensiva del pack italiano manda all'aria i piani di Robinson. Dopo alcune fasi alterne un errore di Voyce, in chiaro imbarazzo nel ruolo di estremo, regala una buona touche in attacco all'Italia. Sugli sviluppi l'arbitro assegna una punizione in posizione favorevole ma Pez colpisce il palo, sarà l'unico errore dell'apertura azzurra ieri efficace anche in difesa. Dal 16' al 23' i giganti in maglia bianca piantano le tende a 5 metri dalla meta italiana ma Bortolami e compagni erigono mura impenetrabili e respingono gli anglosassoni, placcaggio dopo placcaggio. Mauro Bergamasco placca tutto quello che si muove, il fratello Mirko e Parisse non sono da meno e il fortino resiste. Solo al 29' Tindall trova uno spiraglio, complice un velo di Moody, e buca la difesa azzurra. La trasformazione di Hodgson marca il 7-0 per gli ospiti. La risposta italiana è immediata e produce un calcio piazzato ed un drop di Pez in capo ad una magnifica azione d'attacco per il 6-7 all'intervallo. Splendida la prova del pack con un grande Nieto che in mischia chiusa fa vedere i sorci verdi al gigantesco Sheridan. La ripresa comincia con un altro drop di Pez, Italia in vantaggio 9-7 e Flaminio impazzito. A questo punto l'Inghilterra si ricorda di essere campione del mondo in carica e cambia completamente gioco, grazie alla splendida regia di Hodgson. L'apertura della rosa mette a segno un piazzato ed una meta trasformata in pochi minuti ribaltando le sorti del match, frutto di un gioco più aperto che poggia sull'iniziativa dei tre-quarti inglesi. L'Italia soffre in touche e gestisce un minor numero di palloni ma non molla. Al 30' del secondo tempo la meta di Cueto definisce la superiorità inglese, ma gli azzurri hanno ancora benzina e a 5' dal termine confezionano un contrattacco dai propri 22 metri. L'ovale parte dalle mani di Griffen, arriva a Canale che piazza un breack di 20 metri e serve Mirko Bergamasco che semina maglie bianche per 30 metri, meta e Flaminio in festa, l'Italia c'è ancora. L'errore finale fissa il risultato ma la squadra di Berbizier esce tra gli applausi. Nell'altro incontro di giornata una supponente Francia batte 43-31 l'Irlanda dopo essere stata in vantaggio 43-3. I blues si dimostrano ancora una volta squadra umorale e nel secondo tempo subiscono il ritorno irlandese. Il torneo osserverà ora un turno di riposo. Alla ripresa Berbizier incontrerà il suo passato, il 25 si gioca Francia-Italia.

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