I più forti siamo noi
Con l'arrivo di Spalletti sulla panchina giallorossa il sogno si è tramutato in realtà. Alberto Aquilani, 22 anni a luglio, ringrazia il destino e guarda avanti. La Roma sta vivendo un periodo magico. Durerà ancora a lungo? «Al momento sono contento per i risultati della squadra e perché sto giocando con continuità. Non siamo in calo, sono convinto che continueremo su questi livelli e con questa mentalità fino al termine della stagione». Con due successi potreste eguagliare il record di vittorie consecutive in serie A. «L'importante è fare sei punti nelle prossime due gare per avvicinarsi al quarto posto. Il record lo considero un aspetto secondario». È ancora convinto che la Roma sia più forte della Fiorentina? «Si, non ho dubbi: siamo superiori a loro. A differenza della Fiorentina, siamo impegnati su tre fronti e, anche se accusiamo una maggiore stanchezza, siamo contenti e pronti a competere per tutti gli obbiettivi. Altro che svantaggio, magari fosse così tutti gli anni». Dando uno sguardo alla classifica il Milan non è poi così lontano. «È giusto continuare a pensare al quarto posto. Resta quello il nostro obbiettivo in campionato». Cosa manca alla Roma di oggi per poter puntare allo scudetto? «Guardando quello che stiamo dimostrando da due mesi a questa parte, secondo me non manca niente. I risultati parlano chiaro e depongono a nostro favore. In futuro sicuramente verrà aggiunto qualcosa ma per adesso stiamo bene così. Al di là della classifica che non ci permette di guardare oltre il quarto posto, la Roma attuale sarebbe competitiva anche per lo scudetto». Quindi non serve neanche un nuovo regista? «Basta e avanza De Rossi che sta facendo bene in quel ruolo. Il regista della Roma è lui. Indossare questa maglia e giocare al suo fianco contro mostri sacri come Emerson e Vieira per me è una soddisfazione immensa. Io e Daniele siamo la dimostrazione che i vivai andrebbero rivalutati visto che la Roma ci ha avuti sempre in casa e non ha speso niente per acquistarci». Cosa sceglierebbe tra la conquista della Coppa Uefa e un posto in Champions League? «Vincere la Coppa Uefa sarebbe una bellissima soddisfazione. In questo momento mi verrebbe da rispondere il quarto posto perché sarebbe il coronamento della nostra rincorsa sulla Fiorentina. Se tra due settimane, però, passassimo il turno contro il Bruges, a quel punto sceglierei la vittoria del trofeo». Ultimamente gli arbitri sono apparsi più «morbidi» nei confronti della Roma rispetto al passato. Lo ha notato anche lei? «Dal campo avverto esattamente il contrario: i direttori di gara dovrebbero tutelarci un po' di più. Non si può dire che siamo aiutati soltanto perché ci hanno concesso due rigori nella partita contro il Cagliari». Lippi ha parlato bene di lei. Lo sta facendo un pensierino al Mondiale? «So che il ct mi ha elogiato ma per la Nazionale maggiore c'è tempo. Spero di fare bene con l'Under 21 nell'europeo». A proposito, i problemi che ci sono stati in passato tra lei e Gentile sono risolti? «Mi auguro di si. E' passato tanto tempo dall'ultima convocazione quindi adesso non conosco bene la situazione. Spero comunque di essere convocato. Le scelte spettano a Gentile, vediamo che succede». Spalletti ha trasformato la Roma. Come ci è riuscito? «E' sempre stato convinto dei suoi metodi di lavoro, li ha portati avanti e ora la squadra lo segue in tutto e per tutto. Quello che si vede in campo è merito suo al 90%. Sicuramente è l'allenatore che mi ha dato di più e gli devo tanto. Mi ha fatto giocare con continuità e mi ha trasmesso sicurezza». Cosa chiede Spalletti ad un centrocampista? «Nulla di particolare: giocare in maniera semplice, essere determinato e mettere a disposizione tutto quello che ha dentro». Qualche anno fa il Chelsea provò a portarla via dalla Roma. Le è rimasto un pizzico di rammarico? «E' una storia finita li. Sto bene con la maglia giallorossa e sono contento per come si sono evolute le cose». Se Aquilani non avesse giocato a calcio dove sarebbe ora? «Avrei sicuram