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Ghedina: «Pista cambiata, non mi va»

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«Ghedo» l'ha detto senza peli sulla lingua, come è abituato a fare lui, alle tv, senza poi farsi vedere dagli inviati delle carta stampata, in vana attesa a bordo pista. Ma quello che il veterano azzurro ha detto ai microfoni non ha bisogno di ripetizioni: «Questa pista non mi piace, è troppo ghiacciata e dura, troppo diversa da come era a dicembre, quando l'abbiamo provata in allenamento. Anche il tracciato è cambiato, non mi si addice. Non pretendo certo che si facciano le cose su misura per noi italiani solo perchè abbiamo l'Olimpiade in casa, ma rispetto alla pista provata a dicembre troppe cose sono cambiate». C'è un'altra motivo per cui Ghedina è insofferente: «Mi sembra di essere in gabbia, con tutti questi controlli. Alle Olimpiadi non c'è libertà di movimento». Le critiche di Ghedina alla pista della discesa libera «sono fuori luogo. I capitani di tutti le squadre hanno applaudito il tracciato con un'ovazione». È la replica di Gianni Poncet, competition manager di Torino 2006 per lo sci alpino alla affermazioni del discesista cortinese. «Solo Ghedina è scontento — dice Poncet — il nostro lavoro ha ricevuto i complimenti anche di Guenther Hujara, il direttore competizioni della Fis. D'altronde che sia una pista tecnica e ben preparata lo dice l'ordine di piazzamento dei primi tre di oggi (ieri), Rahlves primo, Walchhofer secondo e Maier terzo. Le critiche di Ghedina, quindi, sono rimaste isolate».

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