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La Lazio affonda a Palermo

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La Lazio affonda a Palermo e perde i pezzi in vista della sfida di sabato con l'Udinese. Finisce 3-1, ma la partita non dura neanche un'ora, il tempo, di registrare il 2-0 rosanero e annotare sul taccuino l'espulsione di Behrami. Il resto è un corollario di effetti devastanti: il giallo a Liverani, che vale la squalifica, il gol di Caracciolo, la traversa di Barone e l'infortunio di Cribari (sospetto stop di un mese). Il danno oltre la beffa. Festeggia Papadopulo, che si prende la soddisfazione di vincere contro il suo recente passato. E contro il suo «cuore». E la Lazio va al tappeto dopo quasi due mesi e otto risultati utili consecutivi. Rossi si dispera, anzi spera di recupera Dabo per sabato perché Liverani e Behrami saranno out. Dei 55 minuti «buoni» rimane l'impressione di una Lazio che fatica a impensierire la difesa avversaria e barcolla per larghi tratti in difesa sulle accelerazioni dei folletti avanzati. Congelati, per il momento, i propositi Europei, meglio badare alla sostanza e fare punti contro i bianconeri di Cosmi. Della notte del «Barbera», insomma, non c'è niente da salvare. Rossi ripropone Behrami dall'inizio e sull'altra fascia preferisce Mauri all'ex di turno, Bonanni. Liverani risponde presente nonostante un affaticamento muscolare che lo tiene in sospeso fino all'ultimo, dall'altra parte Papadopulo punta invece sulla formula fantasia con il tandem Di Michele-Gonzalez dietro la torre Caracciolo. Non passa neanche un giro di lancette che un'amnesia collettiva schiude una prateria davanti a Di Michele, che forse non crede a tanta grazia e sciupa la solare occasione calciando alto davanti a Peruzzi dopo essersi presentato solo soletto in area. La Lazio non fa in tempo a prendere confidenza con l'ostile «Barbera», perché le ali guizzanti di Papadopulo sfrecciano e tagliano a metà l'incerta difesa biancoceleste. Gonzalez sembra indemoniato, punta e salta come birilli chiunque gli capiti attorno. Rossi prova a sistemare le cose ma non fa in tempo: al 12' un cross dalla sinistra manda in tilt la difesa, Peruzzi smanaccia centralmente, Caracciolo sovrasta Mauri e innesca la mina Gonzalez che non sbaglia. Palermo in vantaggio, la Lazio arranca. Fatica a creare gioco e a proporre risposte convincenti. Per un quarto d'ora ondeggia senza convinzione, poi prende coraggio e assesta le contromisure giuste per arginare i solisti rosanero. Il problema è che si fa una fatica enorme a tirare in porta e quando Di Canio rifinisce per Mauri, siamo al 27', il colpo di testa si spegne debolmente sopra la traversa. L'occasione più nitida arriva dopo altri dieci minuti quando sempre l'idolo della Nord sfrutta un lancio dalla trequarti per avventarsi sul fondo e cercare il colpo a botta sicura di Rocchi, che non arriva per un soffio all'appuntamento con il gol. Il finale è in crescendo e all'ultimo respiro del primo tempo ancora il «ghepardo» si ritrova sul destro la palla per colpire Andujar ma la conclusione incrocia la sagoma del numero uno. La ripresa si apre con due cambi: Cribari lascia il posto a Stendardo per una contrattura alla coscia destra, dall'altra parte Papadopulo si copre e chiede a Giovanni Tedesco di prendere il posto del regista Corini. Behrami rimedia un giallo banale, poi Rocchi si ritrova sul destro una palla insperata e per poco non ci scappa il colpaccio. Non bastano le buone intenzioni, il Palermo che adesso gioca solo di rimessa ne approfitta in modo rocambolesco quando raddoppia sugli sviluppi di un contropiede fatto di tre passaggi e un rimpallo, con la difesa biancoceleste vagamente assente. Caracciolo per Gonzalez, finta e controfinta, la conclusione viene deviata da Siviglia proprio sui piedi dell'ultimo entrato Tedesco, che fa 2-0. Rossi cala la carta Tare, ma lo stadio è una bolgia infernale e Barone colpisce anche la traversa con una grande prodezza balistica dalla distanza. Il sipario cala con il secondo, ingenuo, giallo a Behrami con relativa espulsione. La partita si innervosisce e la Lazio perde i pezzi perché anc

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