Nessuno finora era riuscito a battere l'Unics in casa. Oggi il nome dell'avversaria fra Hapoel e Euphony
È l'ennesima impresa continentale, dopo la qualificazione di Le Mans, di una squadra che sempre più sta prendendo coscienza dei propri mezzi. Non un gruppo Bodiroga-dipendente, perchè ormai si stanno tutti affrancando dalla presenza del fenomeno serbo. Che, in un collettivo che sa trovare risorse dalla profondità della panchina a disposizione del mentore serbo la propria forza, sta assumendo sempre più il ruolo di collettore tra le varie diverse personalità e qualità tecniche dei compagni. Dove finalmente comincia a stagliarsi la confortante presenza di Valdo Ilievski. Che nella lontana Kazan è stato più impreciso al tiro rispetto alle partite precedenti, ma ha saputo dare ordine e difesa ad una squadra sempre sotto controllo del ritmo e soprattutto inventare giocate difensive decisive, tra cui spicca la stoppata a Stombergas, con i russi che, in pieno recupero (63-64) nell'ultimo quarto, avrebbero, con poco più di due minuti, operato un sorpasso che avrebbe potuto minare le certezze capitoline. In una serata di gloria, in cui la difesa ha funzionato come un orologio, ha dato sostanza nell'area pitturata un Ekezie finalmente convinto, sostenuto nella battaglia sotto le plance da Tusek sempre presente e da Tonolli, decisivo nella fase di rottura. Hawkins ha mostrato quanto ormai sia pronto per il salto nella Nba, mentre Giachetti, Righetti e Sconochini, chiamati dalla panchina, si sono fatti trovare pronti. E poi Dejan Bodiroga. Sua Maestà, non al meglio, per un dolore alla schiena che l'aveva tenuto fuori contro Livorno, ha trovato nei momenti più difficili canestri importantissimi, chiudendo come miglior rimbalzista, con 5 palloni catturati. Ma se la truppa ha suonato un'armonia quasi perfetta lo si deve al suo burbero, esigentissimo ed unico direttore d'orchestra. Svetislav Pesic ha letteralmente stravinto la sfida tattica col dirimpettaio Eremin, sbagliando nulla o quasi. Dopo la partita di Roma aveva dichiarato: «Giocheremo a carte scoperte, perchè ora conosciamo i nostri avversari». Fermati, loro che sono noti come macchina da canestri, a soli 70 segnati. Ma quello che sublima la prova della Lottomatica, che solo oggi saprà chi tra Hapoel Migdal ed Euphony Bree l'attenderà ai quarti, è la grande personalità. Il tempo per prendere le misure e Roma ha messo il naso avanti sul 9-10. Da questo momento ha sempre condotto, rischiando di straripare (22-35) e non tremando quando dopo aver ricacciato un primo riavvicinamento dei locali s'è trovata nel finale in volata il Kazan ad alitare sul collo. Ci ha pensato Ilievski, con la sua magia difensiva a spazzare via i dubbi, per un finale amministrato con la sicurezza dei grandi. La Virtus è tornata ad avere la dignità che merita in Europa. E la festa sembra solo all'inizio.