Roma settebellezze
Tutto si può con una Roma così che, seppur faticando all'inizio, alla lunga ha mostrato la differenza tecnica che la divide dall'onesto Parma di Beretta. Tutto si può, soprattutto, con un Totti così. Il capitano, in dubbio alla vigilia per una caviglia malconcia, resiste, stringe i denti e trascina al successo i suoi. C'è sempre il suo piede, il suo genio, e il suo marchio nell'azione giallorossa che fatica a prender quota ma poi decolla inesorabile. Finisce 3-0, doppietta di Mancini e gol di Perrotta davanti a 2.500 romanisti che di striscioni «osceni» non ne voglion sapere e sfidano questo freddo umidiccio che ti si appiccica alle ossa, pur di vedere i loro colori in trionfo. Spalletti non si fa condizionare da fattori extra-calcistici, da rinnovi contrattuali tutt'altro che scontati e conferma in porta Doni, con Curci che si accomoda in panchina. Il resto è la solita Roma con Totti che stringe i denti e va a giocare al centro dell'attacco giallorosso, nonostante una caviglia (destra) ancora dolorante. Dall'altra parte il Parma annunciato con l'ex laziale Corradi quale terminale offensivo e la coppia Morfeo-Marchionni a girargli attorno. La squadra di Beretta parte senza timori referenziali e dopo tre minuti per i giallorossi arriva il primo brivido. Corradi non aggancia l'ottimo suggerimento in profondità di Grella e Doni agguanta facile. È un segnale, il Parma c'è e la Roma deve stare attenta a non scoprire troppo il fianco alle ripartenze in velocità dei padroni di casa. La replica giallorossa non tarda e arriva tre minuti dopo quando Guardalben reagisce bene, d'istinto, al colpo di tacco di Totti ben ispirato dalla punizione di Chivu. La Roma s'è svegliata e i dieci minuti successivi so0no tutti di marca giallorossa. Ma dall'altra parte c'è un Parma molto ben messo in campo, con i tre mediani piantati davanti alla difesa che alzano un muro umano davanti a Couto & Co. Il portoghese ha nella mente vecchi retaggi di derby capitolini e come vede Totti lo picchia di brutto: almeno un paio di entrate da assassino sulle caviglie già malconcie del capitano. La Roma è venuta a Parma per fare la gara, ma gli uomini di Beretta prendono confidenza e sono lì pronti a ripartire in contropiede. Corradi e Morfeo fanno faticare non poco la retroguardia giallorossa scambiando veloci il pallone, alternandosi lato del campo e cercando di togliere a Chivu e Mexes ogni riferimento. Il Parma insomma sale, dimostra di esser molto ben messo in campo e la Roma continua a sbattere sul muro umano alzato dagli emiliani lì dietro e a non trovare i giusti spazi di fuga: spazi nei quali i suoi centrocampisti hanno fatto male a chiunque in giro per l'Italia. La prima frazione di gioco si chiude con l'unica parate del portiere giallorosso. Grande uscita di Doni sui piedi di Bresciano lanciato ottimamente a rete dal solito Morfeo. Al rientro in campo la svolta. La Roma cambia marcia, azione corale e gol del vantaggio firmato da Mancini: sesto stagionale. Parte tutto da uno scambio Taddei-De Rossi, palla a Perrotta che va giù profondo e la mette nel mezzo. Doppio Totti, poi la respinta di Guardalben finisce tra i piedi del brasiliano che cambia il risultato proprio sotto la curva giallorossa letteralmente in delirio. Il Parma accusa il colpo e la Roma cresce. Spalletti vuole chiudere il discorso e non rischiar altro e dieci minuti dopo Taddei non trova l'angolo giusto sul colpo di testa che poteva chiudere la gara. Un altro giro di cronometro e gran cosa di Totti che mette Perrotta da solo davanti al portiere parmense. Perrotta, che attaccante non è, perde l'attimo giusto e la difesa gialloblù chiude in angolo. La gara sale d'intensità, il Parma a perdere non ci sta e si butta avanti a testa bassa: al 15' Marchionni-show su Cufrè e botta a rete che ta