di ALESSANDRO FUSCO DUBLINO — L'imbarazzo dei colleghi irlandesi in tribuna stampa al termine di una ...
Per la stampa di casa che nel presentare l'evento si interrogava solo sul modo in cui i verdi avrebbero vinto contro i «favoriti» per il cucchiaio di legno, lo sviluppo della partita ha l'effetto di una mazzata. L'ineffabile suddito di Sua Maestà ha convalidato due mete irlandesi, la prima quantomeno dubbia la seconda mai esistita, senza nemmeno chiedere il parere del TMO, l'arbitro addetto alla moviola istantanea per i casi dubbi, comprese le trasformazioni di O'Gara sono 14 punti, l'Italia ha perso di 10. Al settimo torneo, c'è da chiedersi quanto durerà ancora lo scotto da pagare al noviziato. Il tempo di cantare gli inni, guardare per l'ultima volta uno stadio che ha visto la sua prima partita nel 1875, e subito l'Italia mostra le zanne agli uomini di O'Sullivan, la cui posizione dopo questa apertura di torneo è sempre più traballante: la grande pressione del pack azzurro porta l'ovale sotto i pali avversari ma un «in avanti» vanifica tutto. Al 6' rubiamo una touche, tradizionale punto di forza dell'Irlanda e al 10' dopo una rimessa laterale, Griffen imposta una delle più belle azioni offensive con finta di flusso di gioco a destra e rientro a sinistra dell'estremo Stoica che disorienta gli irlandesi. Gli sviluppi seguenti portano al primo piazzato di Pez, fa 3-0 per l'Italia. L'Irlanda sbanda, gli azzurri tengono. Al 22' il capitano Bortolami, sempre più leader del gruppo, piazza un placcaggio devastante sull'estremo irlandese Murphy e, cadendo a terra, gli strappa il pallone dalle mani: i 3500 italiani presenti si stropicciano gli occhi. O'Driscoll striglia i suoi e al 24' i verdi passano: ingenui gli azzurri a farsi rubare una touche in zona difensiva, il pack di casa organizza la spinta fino alla meta ma si ha l'impressione che, nel tentativo di toccare a terra, l'ovale scivoli dalle mani di Flannery. Dubbi per tutti, tranne che per Pearson, 7-3. L'Italia risponde in modo splendido dopo appena 5'. La finta di Pez congela O'Gara creando l'intervallo giusto per il missile Mirko Bergamasco, ottimo ieri. La meta e la trasformazione di Pez fissano un 7-10 da sogno. Giusto il giallo a Pez al 38', dopo che l'arbitro aveva richiamato gli azzurri per alcuni fuorigioco, il piazzato di O'Gara fissa lo score sul 10-10 all'intervallo. La seconda frazione, e anche questa è una novità piacevole, vede gli azzurri estremamente aggressivi. Una insistita azione offensiva porta in dote una punizione che Griffen trasforma in assenza di Pez, Italia ancora in vantaggio. Al 48' l'episodio che macchia l'intero incontro: O'Gara calcia per Bowie che raccoglie al volo, evita Stoica e si lancia verso la terra promessa senza fare i conti con il prodigioso recupero di Mauro Bergamasco che perfeziona il capolavoro difensivo bloccando l'ovale e il braccio dell'avversario che non riesce a toccare, ma Pearson convalida prima ancora che i due tocchino terra. Da qui in avanti il gioco ha fasi alterne e produce una serie di calci piazzati di O'Gara e Pez che fissano il risultato finale sul 26-16, con una meta sfiorata dagli azzurri al 71' dopo una bella iniziativa di Canale vanificata da un'incomprensione tra Sole e Canavosio. Indimenticabile al 60' l'inno di Mameli cantato a gole spiegate dai tifosi italiani pieni di orgoglio, quasi a lanciare la sfida all'Inghilterra, ieri vittoriosa in casa sul Galles per 47-13, ospite del Flaminio sabato prossimo. L'Italia di Berbizier ha voglia di dire la sua.