Emerson: «Obiettivi più importanti»
E (sembra) non multa Ibrahimovic: piuttosto, Moggi & C. si sono innervositi per il calcione rifilato da Nedved a Totti che ha scatenato la rissa e la successiva espulsione dello svedese e di Dacourt. Dopo di che, il nervosismo di Ibra è ormai noto e sono numerosi gli episodi che lo hanno visto protagonista negativo. Senza andare a scomodare Materazzi (con il quale, dopo scontri più o meno epici sul campo, scoppiò la pace nel corso di una trasmissione televisiva), non sono mancati altri momenti «forti» da quando lo svedese veste il bianconero. Il 3 ottobre 2004, per esempio, rifilò una testata al difensore dell'Udinese Cribari spedendolo a terra. E il 20 aprile scorso, durante Juve-Inter, reagì alle provocazioni di Mihajlovic con un accenno di testata per poi rispondere a un «abbraccio» di Cordoba con un pestone che lo portò a essere squalificato per tre turni grazie alla prova televisiva. Non basta? Il 2 novembre, contro il Bayern Monaco, si prese un giallo per un intervento da dietro su Ismael, poi il rosso per un fallo di reazione su Ballack che fece inalberare anche Capello. Così è, se vi pare. E l' occhio rosso di Zebina? Ancora lui protagonista, a causa di una discussione in allenamento trascesa in confronto ravvicinato. Emerson ne ha comunque preso le difese ancora ieri: «Non lo vedo particolarmente nervoso, gioca e si allena bene. Piuttosto è quello che dicono gli altri che può dargli fastidio: gli stanno addosso perché non fa gol da parecchio tempo, ma non dimentichiamo gli assist che ha fatto e che per noi sono valsi molti gol. Ora sarà un po' giù per l'espulsione, ma non mi sembra abbia fatto nulla per meritare il cartellino rosso». Coloro i quali meriterebbero invece l'espulsione dallo stadio Olimpico sono stati i protagonisti della gazzarra in tribuna vip, con tanto di sputi indirizzati alla Triade. Ieri Gianni Petrucci, presidente del Coni, ha chiesto personalmente scusa ad Antonio Giraudo, che aveva definito «vergognoso quanto successo nello stadio della capitale d' Italia». Così, il numero uno dello sport italiano: «Mi rammarico per quanto accaduto e porgo le mie scuse nelle vesti di padrone di casa. Preciso comunque che la gestione di questo spazio dell'Olimpico è attualmente — per impegno contrattuale — suddivisa tra il Coni e la società di turno ospitante».