dall'inviato LUIGI SALOMONE MILANO — La coppa Italia è già finita.
Dopo il pareggio dell'Olimpico perde di misura a San Siro dopo aver rischiato più volte di agguantare in extremis i supplementari. Segna Stankovic dopo un primo tempo dominato dall'Inter e non basta una buona ripresa a riaprire i giochi. Mancini esulta (14° risultato utile consecutivo), avanza nella coppetta bistrattata da Juve e Milan (in semifinale se la vedrà con l'Udinese) e ora si lancia alla inseguimento della capolista in campionato. Tutto qui, troppo poco per far tornare i conti dei biancocelesti che tornano a Roma con una sconfitta che mancava contro l'Inter da parecchi anni. Rossi rilancia Behrami dopo quaranta giorni di stop per infortunio e si affida a Mauri sulla fascia sinistra. In porta c'è Ballotta con la difesa titolare, a centrocampo Mudingayi vince il ballottaggio con Dabo mentre in attacco gioca la coppia Tare-Pandev. Sull'altro fronte Mancini dà spazio al giovanissimo Momenté per non lasciare troppo solo l'imperatore Adriano. Non c'è Cristiano Zanetti (problema muscolare nella rifinitura mattutina) e Stankovic torna in mezzo al campo nel ruolo prediletto anche ai tempi romani. Arbitra Morganti davanti a poco meno di 10.000 spettatori, la maggior parte ragazzi delle scuole calcio nerazzurre invitati allo stadio dalla società per le sfide di coppa Italia. Si parte e l'Inter si fa subito pericolosa: angolo di Kily, testa di Materazzi e Liverani salva sulla linea di porta. Poca Lazio e tanta Inter nella prima mezz'ora. Pizarro è ispirato, Kily e Solari spingono e la banda di Rossi arretra e sbanda pericolosamente in difesa. Le ripartenze sono lente, Behrami ci prova di testa ma è solo un alleggerimento. Perché al minuto ventuno Adriano si presenta tutto solo davanti a Ballotta, lo mette a sedere ma fallisce la colossale occasione calciando fuori. Mancini si infuria, lo stadio è incredulo: tant'è, si va avanti senza gol per fortuna della Lazio. Lo scampato pericolo fa tirare un sospiro di sollievo ai biancocelesti ma lo spartito non cambia. Troppo passiva la squadra di Rossi, troppo imprecisa nel partire in contropiede quando pure la difesa avversaria qualche spazio lo lascerebbe. E così al 37', puntuale come un orologio svizzero, arriva il vantaggio dei padroni di casa: azione insistita di Adriano, contrasto con Mudingayi, il pallone finisce a Stankovic che da fuori fa secco Ballotta. Pochi secondi e ci vuole un salvataggio disperato di Oddo per bloccare la conclusione di Adriano diretta nella porta laziale. Quando Morganti fischia la fine del primo tempo Rossi tira un sospiro di sollievo e corre a tirare le orecchie ad una squadra arrendevole. E il tecnico laziale prova a dare la scossa nella ripresa. Fuori Behrami in condizione precarie dopo il lungo stop, dentro Bonanni che si piazza a destra. Pochi minuti e c'è anche l'inserimento di Dabo per Mudingayi. Adesso perlomeno la Lazio ci prova, lotta avanza il baricentro. E tira anche in porta al nono minuto del secondo tempo, finalmente. Mauri, spostato a destra, si inserisce nel cuore della difesa nerazzurra ma Toldo risponde in angolo. Tare gira di testa dal dischetto, il portiere di casa è ancora pronto. L'Inter soffre e allora Mancini comprende gli stenti dei suoi, manda sotto la doccia il giovane Momentè e si affida a Cruz. Rossi cala anche la carta Rocchi in sostituzione di uno spento Pandev. Liverani chiama l'assalto e la Lazio ci prova con il cuore, chiude l'avversario nella propria area e comincia a giocare. Mauri gira da due passi dopo una sponda di Tare, lo stesso capitano non trova il giro giusto con una punizione telecomandata. Manca un quarto d'ora, ci vorrebbe un gol per cambiare la carte in tavola e riaprire il discorso qualificazione. La Lazio lo cerca fino all'ultimo secondo anche nei cinque minuti di recupero concessi giustamente dall'arbitro Morganti. Senza fortuna. Anche se all'ultimo sospiro un cross lungo e liftato di Oddo riesce a pescare Tare nel cuore dell'area, libero di colpire. Peccato che il suo colpo di testa, proprio come nei secondi finali della g