Sul contratto: «Basta un secondo per firmare, non è Rossi a opporsi. È una scelta della dirigenza ma non mollo Già penso al derby». Lo cerca il Portsmouth. Nel futuro c'è la panchina
«Vorrei giocare un'altra stagione ma la società, pur conoscendo le mie intenzioni, non mi ha fatto arrivare segnali. Evidentemente non mi vuole e lo dico davvero senza astio. Sono scelte che evidentemente ha fatto la dirigenza. Anche se costo meno di tutti e Rossi mi stima. Ci vorrebbe un secondo per firmare il rinnovo perché ho sempre sognato di chiudere la carriera con la mia maglia e ci spero ancora. Il club probabilmente ha altri orientamenti ma io darò il massimo fino alla fine per onorare il biancoceleste. Poi, nel caso in cui non ci fossero novità, a fine anno saluterò». Parole schiette, dirette. Risponde così all'interrogativo posto da «La Voce della Nord in tv» e poi argomenta. «Mi sento bene fisicamente, non mi sembra che ci siano i problemi dell'anno scorso all'interno dello spogliatoio tanto per smentire certe leggende metropolitane. È vero, l'Inghilterra mi lusinga. Mi offrono la possibilità di tornare lì (il suo amico Redknapp lo vuole portare al Portsmouth, ndr), a fare il player-manager. A me piace ancora giocare, posso farlo con profitto e credo di dimostrarlo ogni domenica. Rossi? Lo stimo, davvero. Non si fa condizionare da nessuno, mi ha sempre trattato come gli altri». Sulle frequenze di Retesole il numero nove ha lanciato un messaggio preciso: è pronto a iscriversi al corso d'allenatori per il patentino di seconda categoria, che gli consentirebbe anche di fare il secondo in serie A e di allenare in C1. L'anno scorso ha ottenuto (insieme a Muzzi, tra gli altri) il patentino di terza categoria. Si vede in panchina, Di Canio. Solo in futuro prossimo, non nella prossima stagione. Ha seguito i compagni a Treviso, per spronarli nonostante fosse squalificato e potesse concedersi una domenica in famiglia. «La Lazio è parte di me», ha ripetuto con orgoglio. Nei giorni scorsi ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per ricorrere contro la condanna arrivata dopo il saluto romano: chiede giustizia nell'ambito della libertà d'espressione, rivendicando la valenza d'un saluto che, come ha specificato più volte, sottointende solo appartenenza. La società, pronta a presentargli un rinnovo prima di Natale, non ha presentato alcuna offerta. Non c'è dialogo, insomma. Nessuna offerta per un prolungamento fino a giugno 2007, quando Di Canio dovrebbe comunque dire basta e dedicarsi a un'altra carriera. Quella d'allenatore. E che la Lazio rappresenti una realtà longeva, più forte della carta d'identità, lo dimostra anche Ballotta, 42 anni di vitalità. A Treviso ha consegnato, insieme a Rocchi, uno striminzito, ma importante, 1-0 alla squadra di Rossi. «È andata bene, sono contento. Mi ha fatto piacere iniziare l'azione del gol di Rocchi con quel passaggio a Belleri. Perché non gioco fuori? Perché c'è troppo da correre...». Mercato: «Quella dei portieri è una situazione da chiarire, siamo all'ultimo giorno di mercato e ancora non si sa nulla. Andare avanti così non è giusto. Credo ci sia la possibilità di trovare un accordo che soddisfi tutti». Obiettivi: «Possiamo raggiungere la Coppa Uefa. è dura ma possiamo farcela. Adesso però facciamo un passo alla volta, prima mettiamoci alle spalle la salvezza». «Non ho ancora deciso se smettere o no - ha concluso Ballotta a Radio Radio - vediamo a fine campionato».